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Genoa. Preziosi e i calciatori, gli allenatori e i… milioni

di fmanzitti |6 Giugno 2011 19:56

GENOVA – Alla faccia dello scandalissimo che fa tremare il calcio dalla Lega Pro alla serie A, in una sarabanda senza limiti e ahimè senza previsioni, il re del mercato sta già muovendo almeno settanta pedine nel suo personale scacchiere personale dei campionati di calcio mondiali, è pronto a pescare “dal Manzanarre al Reno, da Scilla al Tanai” come recitavano i versi napoleonici del grande Manzoni e forse anche molto di più, visto che i colpi più grossi li spara sul mercato Sudamericano, Brasile, Argentina, Uruguay.

Non solo, il re del calcio si è già incassato una trentina di milioni di euro, è pronto a raddoppiare la cifra del realizzo e, ovviamente, gira per il mondo e per l’Italia con il naso affilato per comprare, comprare i nuovi talenti ed anche qualcuno meno nuovo, in una giostra che, alla fine girerà diverse centinaia di milioni di euro. Quanti?

Chi è il re del mercato, ancora una volta? Ma Enrico Preziosi, non a caso il joker, il presidente del Genoa, il presidente (operativo), quel che più monetariamente conta, della Giochi Preziosi, la grande fabbrica dei giochi, diventata un colosso mondiale, così come lui sta diventando il boss del mercato. Con Adriano Galliani, presidente in cravatta gialla del Milan, si è già accordato per il primo tourbillon di giocatori.

Gli ha definitivamente venduto Boateng, il mostro africano e quella quota del portiere Amelia che ancora era in mano genoana. Poi l’eterna promessa Paloschi, giovane e ambizioso, nazionale Under 21, e tre o quattro ragazzini di buone speranze. Si è fatto restituire il giovane talento greco Sokratis Papastatopuolos, un po’ sfiorito alla corte di Allegri incassando una prima sberla di 12 milioni di euro, ma ripromettendosi di girarlo al miglior offerente, ovviamente per qualche nocciolina di milioni di euro.

Il brasiliano Rafinha, terzino d’attacco arrivato come la settima meraviglia del calcio, è tornato in Germania per manifesta saudade tedesca (si è mai visto un brasilero che a Zena ha nostalgia delle brume alemanne?). Rafinha, per il quale Preziosi aveva speso sì cifre da capogiro ma che poi ha lasciato andar via felice, perchè con un tiro da quaranta metri gli fece vincere e affossare la Sampdoria nel primo dei due derby: comunque i milioni in arrivo sono più di otto.

Via lui senza remore e via anche Mauro Boselli, il centroavanti argentino, che arrivò, giocò (solo pochi minuti), segnò il gol decisivo al 97 minuto del derby di ritorno, diventando un mito intoccabile della storia rossoblù, (iconizzato, maglietizzato per la sua giravolta miracolosa e letale per i ciclisti sampdoriani), ma non invendibile, anzi e poi fu, così, rispedito al mittente, un’oscura squadra inglese che di lui non ne vuole sapere.

Dodici, tredici milioni di euro sono in arrivo per l’affare Criscito, uno dei gioiellini rossoblù, mediano di spinta che l’Inter sta per acquistare, nazionale di Prandelli, napoletanino dall’aria gentile. Sul piatto di vendita c’è anche Rodrigo Palacio, il talento argentino dal lunghissimo codino che i genoani amano alla follia e sul quale il joker, manco a dirlo, ha incominciato i suoi giochi: ora non lo vendo, ma poi si vedrà e poi dipende dall’offerta e poi dal resto….tenendo sulla graticola un pubblico che sbava per le serpentine incontrollabili di questo attaccante che da vero sudamericano incomincia le partite come un bandolero stanco, largo sulla fascia, poi quando parte non lo fermano se non a randellate.

La sede del Genoa, una vecchia villa settecentesca sopra Pegli di fronte al mare che non è più mare perchè in mezzo ci hanno messo un porto petroli, potrebbe fare invidia all’icona del Grand Hotel: nessuno riesce più a stare dietro all’andarivieni che da quando Preziosi, nel lontano 2003, ha acquistato il Genoa fa vorticare la porta girevole dell’ingresso rossoblù.

Oggi Preziosi, l’uomo di Avellino, dalla trascinante carriera imprenditoriale e calcistica, muove appunto settanta pedine con una tattica che punta molto sui giovani che va a cercare sopratutto in Sudamerica e in tenera età, alla caccia del nuovo Messi. Lavezzi, El Pocho del Napoli lo pescò lui, che lo aveva piazzato nel Genoa promossa in A dopo dieci anni e sprofondato in C per il penultimo scandalo, quello della valigetta.

Lavezzi fu, ovviamente, dirottato sotto il Vesuvio così come Diego Milito in Spagna, altra scoperta di Preziosi, che lo ha portato a Genova due volte, dall’Argentina prima e poi dal Real Saragozza che lo stava trascinando in B. Ora tocca a un ragazzino di quindici anni e mezzo, nome d’arte Checa, dicono il più grande genio del calcio latino americano, un piccolo Messi appunto che gli osservatori del Genoa stanno coltivando come una pianta pregiata in una serra. Arriverà sotto la Lanterna tra un anno.

Intanto piomba subito dall’Università Cattolica argentina, Pratto, detto El Cammello, un bisonte di centroavanti di 25 anni che non si sa se resterà, come l’uruguayano Ribas, capocannoniere della serie B francese, uruguayano di nascita.

Preziosi ha una specie di sindrome del centroavanti-attaccante: continua a comprarli e a venderli in una sarabanda inarrestabile: due anni fa vendette Milito all’Inter e lo sostitui con Floccari (dirottato alla Lazio), Crespo (dirottato al Parma), Acquafresca (dirottato al Cagliari), Sculli, che poi spedì alla Lazio. L’anno scorso è stata la volta di Luca Toni, il gigante arrivato dalla Germania e subito soprannominato dai tifosi “gatto di marmo” per la sua scarsa mobilità e a metà campionato ceduto con un colpaccio all Juventus e quindi partecipe dell’ultimo naufragio bianconero. Beffa classica: uno degli unici gol lo fece proprio al Genoa nella solita nemesi.

Ma con i centroavanti-punte, Preziosi mica si ferma qua. Dopo gli infortuni e le delusioni dell’inizio dell’anno scorso, fu acquistato un altro napoletano brillante, Floro Flores, che incendiò con i suoi gol la Lanterna e che ora l’Udinese proprietaria del cartellino vorrebbe farsi pagare otto milioni di euro. Troppi. Così si tratta e non si sa come finirà, quasi che il Genoa non avesse attaccanti.

C’è anche di ritorno dal Padova il giovanissimo El Shaarawy, nome egiziano, mamma di Savona, diciotto anni, fortissimo, uno che sta trascinando la sua squadra in A. Preziosi se lo vuol tenere a tutti i costi, disposto a mollare un altro attaccante-bisontino, Matteo Destro, mezzo dell’Inter mezzo del Genoa, dicono un talento ancora un po’ immaturo. E non bisogna dimeticarsi di Ze Eduardo, centroavanti del Santos brasiliano, un tipo duro con cresta bionda e faccia da indio, che non è potuto ancora arrivare per questioni di passaporto, ma che è già del Genoa, fabbrica di centroavanti.

Mica abbiamo finito: tra le punte ci sono ancora il deludente Meggiorini, prestato al Bologna e ora da dirottare chissà dove, dopo un campionato moscio e l’ungherese Rudolf, prestato al Bari, rientrabile e pur sempre nazionale nel suo Paese.

Tanto per non privarsi di nulla Preziosi ha anche ingaggiato nell’ultimo campionato lo svedese Hallenius dal Lugano, giovanissimo, una punta anche lui in attesa di sistemazione, ma scalpitante come può essere un ragazzo di 20 anni. Roba da far girare la testa solo a guardare l’attacco.

E il resto? Tra centrocampisti anche di grande fama come l’interista Hussein Kharja e l’ancora inespresso Franco Zuculini, argentino da due spiccioli di partite, rispedito a casa, il roccioso slavo Tomovic e il volatile croato Fatic e il promettentissimo e deludente portoghese Veloso, uno che tira le punizioni come il pallone d’oro Cristiano Ronaldo, incerto se restare o andare, e difensori di chiara fama come il Ranocchia oramai interista e azzurro, come lo sloveno Birsa, preso dall’Auxerre, come il cileno Seymour, definito un piccolo Gattuso, preso dall’Università di Cile, l’armata Genoa sembra un grande mercato.

Preziosi ci vuole sbozzare una squadra che salga un po’ più in su dell’ultimo nono posto e gli altri presidenti ci possono pescare i jolly che servono, in seria A, in serie B e anche negli altri campionati stranieri.

Insomma il fenomeno Preziosi è molto più vasto di quel che appare, considerato che quelli citati sono solo una parte dei giocatori che il joker e i suoi collaboratori, un esercito schierato a piramide con il direttore tecnico Stefano Capozucca, in cima e decine di osservatori in tutti i continenti, altro che dagli Appennini alle Ande, stanno “trattando”.

Il mercato va, tira e tirerà come una furia, trainato da Preziosi che non sta mai fermo, un giorno è a Cogliate, sede della sua azienda Giochi Preziosi, in tiro permanente di affari, dopo che il suo ultimo giocattolo-boom, i Gormiti, mostriciattoli di plastica, inventati da un ragazzino di Firenze, hanno conquistato anche i bimbi cinesi e americani, il giorno dopo è a Genova e Pegli, poi dorme a Lugano dove c’è la sua residenza e un’altra squadra, apunto il Lugano, di cui è azionista, poi vola a Honk Kong la base del suo successo commerciale, poi atterra a Genova, dove vive in una superbarca ormeggiata nel nuovo porticciolo, a fianco dell’aeroporto e_guarda caso_ a un passo da Pegli, ombelico genoano.

A Genova il joker ha anche costituito, con la Coop Sette, una società dal nome significativo Assobello, che realizza affari immobiliari di grande effetto. Si è comprato ( e forse gia rivenduto) l’unico albergo a cinque stelle di Genova, il Bentley, nel quartiere residenziale di Carignano, i posteggi-box di Portofino e studia sotto la regia della potente banca Carige altri colpi.

Che problema gli resta, oltre a quello di seguire le ombre di questo ultimo devastante scandalo? Decidere chi sarà il nuovo allenatore. A novembre licenziò il geniale Giampiero Gasperini, che sta ancora pagando a 1 milione ottocento euro a stagione e che non riesce ad accasarsi. Assunse il silenzioso Ballardini, che, però, ha ringraziato e allontanato e che pagherà ancora per un anno 1 milione duecento, se non succede qualcosa.

Ha opzionato tra i mugugni dei tifosi Malesani, ex Bologna, con un prezzo di ingaggio che supera ovviamente il milione di euro. Ma non annuncia la novità e si fa cullare da altri nomi, altre voci, come quella di Delio Rossi, in uscita dal Palermo, già genoano, senza gran fortuna una decina di anno fa.

Suspense al massino e se no che joker sarebbe con tutti questi milioni, questi giocatori e il pallone che, come in quella famosa pubblicità del Mundial di qualche anno, fa rimbalza da un Continente all’altro, dai piedi di un campione all’altro? Campioni preziosissimi: si intende.

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