Marco Odermatt (Foto Ansa)
Torna in Italia la Coppa del mondo di sci alpino maschile. Da giovedì a sabato il Circo Bianco darà spettacolo in Val Gardena, sulle nevi delle Dolomiti, cuore dell’Alto Adige, provincia di Bolzano. Occhi puntati sul fenomeno svizzero Marco Odermatt, 28 anni, oro olimpico a Pechino, tre volte campione del mondo in tre diverse specialità. Attualmente leader della classifica generale della Coppa del Mondo 2025-2026 con 505 punti; ma occhio anche all’azzurro Vinatzer salito in quinta posizione a quota 251.
Il 19 è in programma il SuperG, il 20 la Discesa sulla mitica pista Gardenese dove l’azzurro Kristian Ghedina ha il record di vittorie in discesa (4). Atteso il pubblico delle grandi occasioni alla vigilia dei Giochi di Milano-Cortina. La Saslong è una pista iconica: lunga 3.446 metri con dislivello di 839 metri e una pendenza massima del 56%.
Disegnata alla fine degli Anni ‘60 per i Mondiali di sci del 1970, questo tracciato si adatta al profilo del Sassolungo (3.181 metri). Una pista tirata giù dritta da una montagna su un terreno verticale, una pista che si adegua alla montagna e non viceversa. Celebri le sue gobbe: tra salti (9) e ondulazioni (17), a metà percorso ci sono le celebri gobbe di cammello che portano gli atleti ad una velocità attorno ai 130km/h.
Qui l’azzurro Dominik Paris ha riportato la vittoria in discesa ad un campione altoatesino dopo oltre 40 anni dal successo di Herbert Plank nel 1977. Il successo azzurro più recente però è lontano solo 12 mesi quando nel SuperG il piemontese Mattia Casse ha trionfato davanti a tutti.
Le gare sulla Saslong sono sinonimo di tecnica ed élite sportiva ma anche di show popolare. Atleti e tecnici sanno che qui, sotto Natale, può capitare di tutto. Questa imprevedibilità non scoraggia il Circo Bianco, semmai aggiunge ulteriore fascino alla gara. È il caso di ricordare che questa pista Gardenese è soprattutto un tempio della velocità e dell’imprevedibile dove il pubblico accoglie ogni atleta come un eroe. Dice il leggendario Carlo Senoner, oggi 82enne: “Questa pista è passione, storia, sentimento. Io sono nato a 300 metri dal traguardo e sono soprattutto legato ad atleti come Ghedina che qui ha vinto quattro volte. E poi c’è il famoso aneddoto del capriolo entrato in pista senza che si capisse da dove”.
Per mantenere questo tracciato ai massimi livelli sono state investite ingenti risorse. Cinque anni fa l’intero sistema di innevamento et stato rinnovato e potenziato con nuovi cannoni e bacini di raccolta neve che permettono di coprire i chilometri di pista in poche decine di ore.