Era il 17 settembre 1985: sono passati 25 anni da quando il presentatore Enzo Tortora venne condannato con una sentenza dal tribunale di Napoli a dieci anni di reclusione per associazione per delinquere di tipo mafioso e traffico di stupefacenti.
La vicenda venne seguita con passione dall’opinione pubblica, subito divisa tra innocentisti e colpevolisti: Tortora venne accusato da due boss pentiti della Nuova camorra organizzata (Nco) di Raffaele Cutolo. Furono loro a fare il nome del presentatore, “quello di Portobello”, come l’incaricato dalla Nco a fare da corriere della droga.
Tortora venne arrestato il 17 giugno dell’83, portato in carcere tra i flash dei fotografi e le telecamere puntate addosso. Si disse sempre innocente, ma nonostante questo venne condannato, in primo grado, a dieci anni. Sentenza ribaltata dalla Corte d’Appello di Napoli nel 1986 che decretò l’assoluzione con formula piena. Assoluzione confermata infine anche dalla Cassazione, nel 1987.
Enzo Tortora morì poco dopo, il 18 maggio 1988, per un cancro ai polmoni.