Attivisti di Greenpeace davanti alla FAO per protestare contro gli allevamenti intensivi - Blitz Quotidiano
Lo scorso lunedì alcuni attivisti di Greenpeace, mascherati da mucche e da maiali, hanno accolto all’ingresso della FAO a Roma i delegati che hanno partecipato alla seconda Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulla trasformazione sostenibile dell’allevamento. Nel corso della conferenza, membri di istituzioni internazionali, governi, ricercatori, società private e banche di investimento si sono confrontati su come aumentare la produzione zootecnica, puntando sull’innovazione per renderla più sostenibile da un punto di vista ambientale e di sicurezza alimentare.
In occasione del summit, Greenpeace ha lanciato un appello firmato da oltre 90 organizzazioni ambientaliste: un invito ai governi a ridurre urgentemente le emissioni agricole e a sostenere una giusta transizione da un’agricoltura di tipo industriale a un sistema alimentare basato sull’agroecologia, per contenere l’aumento della temperatura media globale entro 1,5°C e proteggere ecosistemi vitali come l’Amazzonia.
Fuori dal palazzo, l’arrivo dei delegati è stato accompagnato dalla protesta di Greenpeace, con una decina di attivisti, travestiti da animali, che hanno inscenato un allevamento intensivo davanti ai cancelli della FAO, protestando contro quelle che definiscono “false soluzioni” che non affrontano davvero il problema. “La zootecnia industriale sta inquinando l’acqua, impoverendo i terreni e accelerando il riscaldamento globale. Eppure, i giganti della carne e dei latticini continuano a promuovere soluzioni tecnologiche riduttive o false, bloccando la vera trasformazione di cui il nostro sistema agroalimentare ha urgente bisogno”, ha dichiarato Simona Savini della campagna Agricoltura di Greenpeace Italia.