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Emilio Bianchi è morto. Il film del siluramento del Valiant

di Warsamé Dini Casali |17 Agosto 2015 18:09

Emilio Bianchi è morto. Il film dell’affondamento del Valiant

ROMA –  “Un eroico combattente, animato da ardente volontà di successo ed esempio per tutti gli uomini e donne con le stellette di ieri, oggi e domani”. Così il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Claudio Graziano, ricorda il Comandante Emilio Bianchi, medaglia d’oro al valor militare della seconda guerra mondiale deceduto ieri a Torre del Lago (Lucca).

Winston Churchill, come ha ricordato di recente il Times in uno dei suoi commoventi obit, fu talmente impressionato da quell’impresa del nemico italiano nel porto di Alessandria che ordinò ai vertici della Marina di sua Maestà di adottare al più presto tecniche e strategie degli avversari tra i quali c’era Emilio Bianchi, morto oggi a Torre del Lago (Lucca), dove abitava. Aveva 103 anni. L’Italiano che aveva insegnato agli inglesi come si combatte per mare era medaglia d’oro al valor militare ed era l’ultimo incursore in vita della straordinaria impresa d’Alessandria dell’allora Regia marina. (Paolo Ricci Biti, Il Messaggero).

Graziano esprime, a nome di tutte le Forze Armate e suo personale, “profondo cordoglio alla Famiglia di Bianchi, Palombaro della Regia Marina, protagonista dell’impresa di Alessandria d’Egitto durante la quale, il 19 dicembre 1941, forzò una delle più potenti e difese basi navali e affondò, in un’azione di commando con il Siluro a Lunga Corsa numero 221 la nave da Battaglia inglese Valiant“.

“Colpito da intossicazione da ossigeno durante le cinque ore di immersione nell’azione – prosegue il gen Graziano – l’allora 2° Capo Palombaro Bianchi fu costretto a risalire a galla. Scoperto e arrestato dalle sentinelle di bordo, insieme al suo Comandante (l’allora Tenente di Vascello Luigi Durand De la Penne) fu rinchiuso in un locale della Nave. In seguito allo scoppio della carica, da lui stesso posizionata, che provocò l’affondamento della nave, riuscì a trarsi in salvo”. “Grazie al suo eroico comportamento – conclude – ha scritto una pagina indelebile della Nostra storia”.

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