GENOVA – Spezzata in due, con l’aeroporto chiuso, i caselli autostradali a singhiozzo, pezzi di autostrada chiusi, la Stazione Brignole chiusa, le maggiori arterie cittadine interrotte, la sede della Rai allagata e spenta, interi quartieri allagati con migliaia di cittadini spersi, Genova aspetta la seconda bomba. E’ una città colpita al cuore, affogata con centinaia di salvataggi ancora in corsa, che conta i suoi morti e piange, mentre il rischio alluvione rimbalza in tutta la regione dalle Cinque Terre già in ginocchio nello spezzino fino a Sanremo, che trattiene il respiro e Savona già bombardata dall’acqua.
I morti sono sette, una madre di 35 anni con i suoi due piccoli di 1 e 8 anni, albanesi ghermiti dall’onda di fango e detriti in un androne di via Fereggiano, la via della morte, una donna di 41 anni schiacciata nella stessa strada tra l’onda e le macchine impazzite come in un gigantesco frullatore, una ragazza di 19 e un ragazzo di 21 anni. Sono i morti di via Fereggiano, che porta il nome del fiume killer, esondato dopo 485 millimetri di pioggia caduti tra mezzogiorno e le due in un territorio ristretto. Potrebbero non essere le uniche vittima in una città rattrappita e che ha l’aspetto spettrale di un dopobombardamento vero, in una delle notti più buie della sua storia.
La seconda botta potrebbe arrivare o con la piena del Bisagno l’altro fiume pericoloso, il principale della città, che è esondato in tre o quattro punti del suo corso un po’ coperto e un po’ scoperto, in mezzo ai quartieri più popolosi . O potrebbe arrivare con la pioggia che in serata ha ripreso a cadere, mentre su Genova soffia un vento di libeccio di forza inusuale. Piove su tutta la città allagata e spezzata e piove violentemente verso la provincia di Savona, nelle città e nei paesi come Arenzano, Cogoleto, Varazze, lungo la costa ligure.
Mancano luce e gas nei quartieri genovesi più sommersi, mentre l’onda marrone è salita a duecento metri da Piazza De Ferrari, l’ombelico della città in via XX Settembre, strada principale.
Manca la luce nella sede Rai, costretta a trasmettere notizie e servizi via telefonino. E nel buio bagnato i vigili del Fuoco continuano a salvare cittadini rifugiati nei piani alti delle case, sopratutto studenti imprigionati a scuola da questa mattina in istituti centrali come il Marthin Luter King, il Majorana e altre scuole anche materne, dove i bimbi con il grembiulino sono stati salvati portandoli sul tetto e all’ultimo piano in val Bisagno, l’area che, “circondata” dal Bisagno e dal killer Fereggiano, è la più colpita.
La non chiusura delle scuole, malgrado gli allerta meteo di livello due sparati dalla Protezione civile, sta alimentando una polemica che non era ancora violentissima contro l’amministrazione comunale, perchè si stanno piangendo i morti e si ignora quanti realmente siano.
La giunta comunale non parla, balbetta e la sindaco Marta Vincenzi del Pd definisce la vicenda “imprevedibile” e non spiega perchè le scuole sono rimaste aperte, descrivendo una situazione monsonica, come spiegano precipitazione di 176 millimetri d’acqua in un’ora in un solo comune della cintura genovese.
Gli occhi sono ancora, quindi, puntati al cielo mentre le previsioni meteo sono ancora catastrofiche sia per Genova che per tutta la Regione. Anzi ci si aspettano pesantissime precipitazioni fino alle 12 di domenica, quindi un calvario di ancora 36 ore.
I danni sono incalcolabili e nessuno pensa di incominciare un inventario mentre gli appelli pubblici sono a restare a casa.