
Giuseppe De Donno, in centinaia ai funerali del medico idolo dei no vax (foto Ansa)
Centinaia di persone hanno voluto dare l’ultimo saluto all’ex primario di pneumologia dell’ospedale Carlo Poma di Mantova Giuseppe De Donno. La basilica di Sant’Andrea di Mantova era gremita da centinaia di persone, anche provenienti da fuori provincia, che si sono radunate per rendere l’ultimo saluto alla contestata terapia del plasma iperimmune per la cura del Covid.
La Diocesi di Mantova aveva diffuso sul proprio sito una nota in cui si chiedeva a tutti i giornalisti “di voler rispettare la volontà dei familiari del dottor Giuseppe De Donno nel non effettuare foto, interviste e riprese televisive all’interno di sant’Andrea prima e durante lo svolgimento del rito funebre che si considera concluso solo all’uscita dalla chiesa”. E le porte della Basilica sono rimaste chiuse ai giornalisti.
Tra la folla anche qualche no vax, che però non ha fatto contestazioni. All’uscita del feretro dalla Basilica la folla ha applaudito a lungo la bara.
Giudeppe De Donno e la terapia Covid con il plasma iperimmune
Nei mesi caldi della pandemia di Covid dello scorso anno, De Donno era diventato il simbolo della lotta al virus condotta con il plasma prelevato dagli infettati e guariti e poi trasfuso nei malati.
La sua battaglia per imporre la terapia aveva suscitato molte polemiche, dividendo sui social l’opinione pubblica tra favorevoli e contrari.
De Donno era un assiduo frequentatore, fino a qualche mese fa, di Facebook, dove anche con falsi profili discuteva con se se stesso dell’efficacia del plasma iperimmune.
Le teorie complottiste sulla morte di De Donno
Qualche tempo fa ne era però uscito, quando si era accorto che tanti dei suoi seguaci erano no vax. Sui social la sua morte, oltre a suscitare cordoglio e commozione, ha anche scatenato una ridda di teorie complottistiche. Soprattutto, sulla sua decisione, improvvisa, di dimettersi da primario ospedaliero per intraprendere la carriera del medico di famiglia.
De Donno, pubblicamente, non l’aveva mai messa in relazione alla delusione per la terapia del plasma iperimmune giudicata inefficace; quello stop, invece, in lui aveva fatto riaffiorare i fantasmi di un vecchio disagio psicologico fin lì tenuto sotto controllo.
Paradossalmente, l’emergenza Covid con la necessità di rimanere in reparto anche 18 ore accanto ai pazienti aveva avuto un effetto positivo su De Donno, svanito via via che l’emergenza in ospedale si affievoliva.