Bagno a Ripoli, cori natalizi "bloccati" in una scuola: il maestro di religione porta la recita in piazza (foto dal web) - Blitz quotidiano
Un coro natalizio composto da bambini di quinta elementare si è ritrovato al centro di una polemica che ha rapidamente assunto toni politici. È accaduto alla scuola Enriques Agnoletti del Padule, a Bagno a Ripoli. Il progetto prevedeva l’esecuzione di canti natalizi di ispirazione religiosa, ma è stato bloccato due giorni prima dell’evento dopo le proteste di alcuni docenti.
Come riportato da Firenzetoday, il professore di religione Gianmaria Scenini ha deciso comunque di far svolgere l’esibizione nella piazza davanti alla scuola, dopo il diniego a utilizzare gli spazi interni dell’istituto. Alla base dello stop ci sarebbe stata la preoccupazione per l’esclusione degli alunni che non frequentano l’ora di religione.
Il caso ha immediatamente acceso il dibattito politico. “Giù le mani dal Natale – attacca il consigliere regionale di Fdi Matteo Zoppini – Vietare i canti natalizi dentro una scuola perché ritenuti religiosi è una vergogna”. E aggiunge: “Basta a questi oltraggi. Ne prendano atto i solerti insegnanti che hanno chiesto e ottenuto l’annullamento, il Natale celebra la nascita di Gesù e la nostra cultura – prosegue Zoppini – affonda molte delle sue radici nel Cristianesimo. Nessuno obbliga i bambini a partecipare ai canti, ma nessuno ha il diritto di vietare ad altri bambini di intonare canti natalizi all’interno di una scuola”. Dichiarazioni che hanno contribuito ad alimentare la contrapposizione tra difesa delle tradizioni e inclusione scolastica.
Per chiarire l’accaduto è intervenuta la vice dirigente Silvia Innocenti Becchi, che ha parlato di un equivoco e di un errore di comunicazione. “Ad essere esclusi dal poter cantare sono stati i bambini che non frequentano la religione”. “Il docente di religione – continua – ha fatto entrare a scuola una persona esterna senza autorizzazione. Ce ne siamo accorti martedì e abbiamo bloccato il progetto, non i cori. Occorreva un piano meno approssimativo, coinvolgendo tutti i bambini. Anche i 28 bimbi su 77 che non fanno religione avevano diritto a cantare. Natale è la festa di tutti: brutto prevedere che alcuni bambini stiano solo a guardare i compagni che cantano”.
Secondo Becchi, la scelta di esibirsi all’esterno “è stata una scelta polemica” perché “gli avevamo proposto di rinviare il concerto per coinvolgere tutti i bambini, inserendo nel programma anche canti laici con l’obiettivo, inclusivo, di far partecipare tutti alla festa. Ma non è stato accettato”.