Oltre 20 milioni di uova a rischio salmonella ritirate dal mercato negli Usa (foto ANSA) - Blitz quotidiano
Il richiamo di oltre 20,4 milioni di uova negli Stati Uniti, a causa del rischio salmonella, potrebbe avere ripercussioni significative sul mercato. Secondo la legge della domanda e dell’offerta, una contrazione nella disponibilità di un prodotto tende a farne aumentare il prezzo. È esattamente ciò che teme Mike Walden, economista della North Carolina State University, che ha dichiarato a Newsweek come nelle regioni interessate si possa arrivare a un rincaro fino al 25%. Le uova, già da tempo considerate un indicatore dell’inflazione alimentare, sono diventate oggetto di dibattito politico: Donald Trump ha criticato l’amministrazione Biden per la gestione dei prezzi alimentari, salvo poi attribuirsi il merito per un successivo calo.
A complicare il quadro è il recente richiamo volontario annunciato il 6 giugno dalla August Egg Company, che ha coinvolto uova biologiche e da allevamento a terra distribuite in nove stati americani tra febbraio e maggio 2025. Lotti con date di scadenza comprese tra il 4 marzo e il 19 giugno sono stati ritirati da punti vendita di grandi catene come Save Mart, FoodMaxx, Raley’s, Ralphs, Safeway e Walmart. I Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC) hanno segnalato che i campioni di salmonella trovati nelle uova sono «strettamente correlati» ai ceppi che hanno infettato finora almeno 79 persone. Ma il numero reale, avvertono, potrebbe essere molto più alto.
Non tutti gli esperti condividono l’allarme sui prezzi. Joseph Balagtas, docente alla Purdue University, sottolinea che i 20 milioni di uova richiamate rappresentano solo una minima parte degli oltre 8 miliardi prodotti ogni mese. Il vero fattore che ha inciso sui prezzi, spiega, è stata l’influenza aviaria che ha ridotto la produzione di circa un miliardo di unità. I dati recenti del Bureau of Labor Statistics mostrano una discesa dei prezzi delle uova: -2,7% a maggio e -12,7% ad aprile. Tuttavia, rispetto all’anno scorso, i prezzi restano ancora superiori del 41,5%.