Economia

Donne d’impresa: Laura Sclavi, una vita per il design nel retail di lusso internazionale

Donne d’impresa: Laura Sclavi, una vita per il design nel settore internazionale del retail di lusso.

Fiorentinissima, Laura Sclavi, nominata all’unanimità regina del lusso che in Italia fa
scuola, è però una romana di adozione con studio a Roma fondato nel 1985.

È lei il cuore dell’azienda insieme al figlio Giulio Miliotti Sclavi e uno speciale team di
super professionisti architetti, ingegneri, designer, project manager con grandi
esperienze di progetti alle spalle.

Non a caso, Laura, con lo studio Sclavi da oltre 30 anni lavora per Bulgari ( per i flagship store, negozi, uffici e fiere). È fiera dei clienti prestigiosi come Chanel, Tiffany, Roberto Cavalli e altre grandi firme internazionali.
I suoi progetti sono sempre perfettamente studiati “su misura” a seconda delle esigenze del cliente con progettazione dettagliata, concetto di illuminazione, gestione del progetto, direzione lavori e manutenzioni.
Laureata in architettura presso l’Università La Sapienza di Roma nel 1972, è
divorziata, con un figlio, anche lui architetto, che collabora anche con lo studio ma
autonomamente.

Laura ci racconta di Viola e Amelia, le due nipoti che non seguiranno le sue orme di architetto perché Viola vorrà diventare veterinaria mentre Amelia sembra avere un vero talento di pittrice. Laura Sclavi nasce da una famiglia
d’ingegneri, dice di non avere altri hobby se non quello di restaurare le case e di avere quindi quest’unica passione per l’architettura ed il design. Ci racconta però con orgoglio e particolare soddisfazione di essere stata per ventotto anni anche docente presso l’Istituto d’Arte di Roma contribuendo quindi anche alla formazione di nuove
generazioni di designer e architetti.

Nata in oltrarno a Firenze, per il trasferimento della famiglia ha studiato a Roma pur rimanendo con il cuore legata alla sua Toscana ed in particolare a Firenze. Fa parte dell’Associazione AIDDA Toscana. Per sapere qualcosa di più della sua vita le abbiamo chiesto:

Tanti anni di lavoro ed esperienza nel design nel suo studio di architettura:
c’è qualcosa che rimpiange di non poter aver fatto?
Ci risponde in maniera assolutamente ermetica e forse con un pizzico di
dispiacere perché, in effetti, in passato non ha saputo cogliere certe occasioni che avrebbero potuto essere molto interessanti per la sua esperienza lavorativa.
Dice infatti, che rimpiange di non aver partecipato alla progettazione per
grandi progetti internazionali che le avrebbero potuto consentire di relazionarsi
con professionisti di altre nazioni.

Tutti parlano di Intelligenza Artificiale: lei pensa che queste nuove
tecnologie possano agevolare anche il suo lavoro in azienda?
L’ intelligenza artificiale è uno strumento con infinite possibilità ma non
dobbiamo mai dimenticare che rimane uno strumento al servizio dell’
intelligenza umana.

Anche nel mio settore si rivela uno strumento utilissimo
ma non indispensabile poiché l’ intuizione e la creatività hanno un ruolo
predominante. Non bisogna temere l’ IA ma è secondo me assolutamente
importante e necessario formare con la giusta competenza Chi utilizza
l’Intelligenza Artificiale deve però anche avere il giusto spirito critico e la
competenza per poterla sfruttare al meglio.

Un progetto di cui è particolarmente orgogliosa?
Si: sono particolarmente orgogliosa del progetto elaborato per la boutique
Bulgari nel quartiere di Ginza in Giappone, una boutique di 7 piani studiata in
ogni suo singolo dettaglio, dalla facciata agli arredi, con l’ introduzione di
sistemi nuovi e innovativi che saranno poi riutilizzati negli oltre 400 spazi
presenti nel mondo.
È così che Laura Sclavi ce ne parla con fin troppa modestia perché a vedere
l’immagine del grattacielo in Giappone su Internet, di quello che lei chiama
semplicemente “boutique” c’è da stupirsi della grandezza del progetto stesso,
raro esempio di non facile imitazione. Chapeau!

Che ne pensa della “parità di genere” nella sua attività?
Il vecchio concetto del novecento “Les hommes au boulot, les femmes aux
fourneaux” (gli uomini al lavoro, le donne ai fornelli) pian piano viene eroso e
finalmente parzialmente superato vista la volontà dell’ intelligenza femminile
di affermarsi e con evidente successo nei vari campi professionali.
Personalmente non ho mai subito una discriminazione nell’ambito
professionale, forse per aver manifestato la grinta e l’ impossibilità a cedere di
fronte a qualsiasi difficoltà.

So bene che la nostra professione è sempre stata
gestita da Architetti maschi ma vorrei non si dimenticasse la capacità femminile nella gestione e creatività della professione. Le nuove leve hanno il compito di continuare nel solco già tracciato da chi le ha precedute ed è proprio a loro che auguro un meritato successo nella nostra non facile professione.
Questo ho cercato di insegnare a tutti gli aspiranti architetti del futuro ed è stata una delle soddisfazioni più grandi della mia vita in quegli anni che ho dedicato anche alla formazione e all’insegnamento delle nuove generazioni.

Sicuramente lei conosce Marco Casamonti, famoso architetto fiorentino, si considera anche lei un’ “Archistar”?
Non mi considero assolutamente un’ “Archistar” né tantomeno ho mai
ricercato questa reputazione. Sono semplicemente da sempre un architetto
affascinato dalla mia stessa professione che ancora ad oggi mette alla prova
non solo la mia creatività ma anche la mia

Published by
Orietta Malvisi Moretti