Record occupati, fu vera gloria? Ha inciso più Fornero che Meloni: over 50 assunti, donne e giovani al palo (foto Ansa-Blitzquotidiano)
Disoccupazione in Italia ai minimi storici, bisogna tornare al 2007 per leggere dati simili: il tasso scende al 6%, minimo storico da prima della crisi finanziaria globale, meglio persino della media dell’Eurozona (6,2%).
Il Governo Meloni esulta sbandierando performance invidiabili, anche sul piano internazionale l’Italia è riuscita a passare il mesto testimone di “malata d’Europa” alla mai troppo amata Francia. Fu vera gloria? Meloni ovviamente non può che gonfiare il petto.
“Rispetto a luglio 2024 si registrano 218mila occupati in più, con una crescita trainata soprattutto dai contratti a tempo indeterminato”, tutti “numeri incoraggianti che confermano l’efficacia delle misure messe in campo e ci spingono a proseguire con determinazione su questa strada: più opportunità, più lavoro, più crescita per l’Italia”.
Si ribadisce, fu vera gloria? A chi vanno attributi i meriti – perché poi a leggerli più da vicino questi dati rivelano più di quanto vorremmo ammettere, meno di quanto siamo disposti a vantare -, chi dobbiamo ringraziare?
Francesco Seghezzi, presidente di Adapt, think tank senza fini di lucro fondato dal compianto giuslavorista Marco Biagi, i dati li ha letti bene e la risposta ce l’ha pronta. Una risposta che, come si dice in giornalese, fa titolo. Eccome: in sostanza, sul record dell’occupazione ha inciso più la Fornero che la Meloni. Boom?
“I record ci sono. Ma la spinta viene quasi tutta dagli over 50. E sul resto siamo tra gli ultimi in Europa. Con una battuta: ha inciso più Fornero che Meloni”.
“Abbiamo tantissimi occupati in più – aggiunge intervistato da Repubblica-. Quasi un milione extra che pagano tasse e contributi. Il tasso femminile però resta basso. E luglio è negativo per loro. Detto questo, la quasi totalità della crescita è negli over 50. I giovani salgono un po’, ma il baricentro è lì, anche depurando i dati dalla componente demografica, cioè dal fatto che la forza lavoro invecchia”. Perché proprio over 50?
Per l’effetto combinato di legge Fornero e imprese – prosegue il presidente di Adapt -: si resta al lavoro più a lungo e le aziende faticano a sostituire competenze. Chi a 62 anni ieri era inattivo perché già in pensione, oggi è occupato. Non è una notizia negativa, ma vuol dire che una parte della crescita non nasce da nuove assunzioni. Questo aiuta a spiegare un Pil stagnante e perché l’aumento sta nel tempo indeterminato, tipico dei lavoratori senior, e tra gli uomini. E va detto che i senior le imprese a volte li vogliono, a volte li subiscono”.
E nel confronto Ue? “Restiamo sempre in coda su inattivi, donne, giovani. Fatto noto. Stiamo crescendo e crescono gli altri, ma partiamo da più indietro e restiamo indietro”.
Il record di occupazione merito di Meloni o della legge Fornero? “Se il punto è chi ha inciso di più sulla dinamica degli occupati – va avanti Seghezzi -, dico Fornero. Questo governo sul lavoro è intervenuto poco o nulla. E per scelta. Ha lasciato fare alle imprese. Mentre sulle pensioni, le strette di questi anni hanno rafforzato la permanenza dei senior”.