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Penisola coreana. Pericoli di guerra sempre più reali, Usa mandano B-52

Licinio Germini |4 Dicembre 2022 20:26

TOKYO, GIAPPONE –  Pericoli di una guerra sempre più reali sulla penisola di Corea, con Pyongyang che ha messo in stand-by i propri missili, si è detta in stato di guerra con Seul, ha puntato i suoi missili sulle basi Usa, mentre Washington ha inviato nell’area i bombardieri strategici B-2, gli aerei piu’  letali di sempre con a bordo ordigni nucleari.

E da alcune foto scattate nella ‘war room’ del leader nordcoreano, Kim Jong-un, dotato di computer Mac della americanissima Apple, emergono dettagli (difficile dire se diffusi volutamente) sul ‘Piano delle forze strategiche per colpire gli Stati Uniti’, con tanto di elenco di armi e mezzi in possesso delle truppe del regime comunista.

Di sicuro c’e’ che Pyongyang ha rafforzato le attivita’ alle basi missilistiche di medio-lungo raggio, a stretto giro dall’ordine di allerta firmato dal ‘giovane generale’. La terza generazione al potere della famiglia Kim ha disposto che le unita’ balistiche abbiano come target le basi americane continentali, quelle del sud del Pacifico e in Corea del Sud, in risposta all’invio, deciso da Washington per la prima volta in assoluto, dei super bombardieri B-2 alle manovre militari con Seul che si chiuderanno a fine aprile.

”Siamo pronti alla resa dei conti”, ripeno in modo ossessivo  i media nordcoreani, dando un ampio resoconto delle manifestazioni di centinaia di migliaia di soldati e civili che, nel Paese e a Pyongyang, hanno espresso ”sostegno alla leadership contro l’imperialismo”.

”Siamo ancora alle fasi di ‘guerra verbale e psicologica’ – ha detto un’autorevole fonte diplomatica straniera e familiare col dossier nordcoreano – ma e’ innegabile che, con Seul piu’ insofferente, anche una provocazione oltre i limiti potrebbe causare pesanti problemi”. La Cina ha ribadito la richiesta di ”sforzi comuni per riportare la distensione”: Pechino, tradizionale alleato del Nord, ha mostrato piena insofferenza votando le risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu contro il Nord in risposta al test nucleare del 12 febbraio.

In tempi normali, difficilmente i B-2 avrebbero volato sulla penisola coreana. Le mosse militari unilaterali possono portare la situazione ”fuori controllo”, e’ stato l’allarme lanciato dal ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, che ha invitato a ”non gonfiare i muscoli” e a ”non usare la situazione come pretesto per risolvere con mezzi militari obiettivi geopolitici”.

Ribadendo che la ”bellicosa retorica della Corea del Nord aumenta solo l’isolamento del Paese”, il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnst, ha rilevato l’impegno Usa a ”proteggere gli alleati nella regione”, nel coordinamento con Cina e Russia. Secondo fonti militari di Seul, ”movimenti di veicoli e truppe” sono stati registrati al sito balistico nel nordovest di Tongchang-ri, lo stesso da dove lo scorso 12 dicembre e’ stato lanciato con successo il razzo/satellite a lunga gittata, rilanciando le ipotesi di un ulteriore test in arrivo. Usa e Corea del Sud stanno tenendo ”una stretta” vigilanza sui movimenti nelle basi del Nord, secondo l’agenzia Yonhap, visto lo stato delle truppe ”in assetto da combattimento”.

Non e’ chiaro se si sia trattato di un’azione studiata dalla propaganda oppure di un clamoroso errore: fatto sta che le foto di Kim Jong-un, con il Mac sulla scrivania e impegnato in una riunione d’emergenza con quattro ufficiali dello stato maggiore, contengono indicazioni sugli armamenti. Le immagini, rilanciate dall’agenzia Kcna e dalla tv pubblica Kctv, sono state diffuse sulla decisione di puntare i missili contro obiettivi Usa.

Alle sue spalle, in quello che ha le caratteristiche di un ‘gabinetto di guerra’, c’e’ lo schema cartaceo su cui campeggia la dicitura ‘Piano delle forze strategiche per colpire gli Stati Uniti’. La lista, sulla destra, mostra che la Corea del Nord dispone nel complesso di 40 sottomarini, 13 navi da sbarco, sei dragamine, 27 navi ausiliarie e 1.852 aerei, mentre altri numeri e tipologie di mezzi sono del tutto coperti dagli ufficiali.

Il libro bianco 2012 del ministero della Difesa sudcoreano ha stimato numeri in parte differenti, come nel caso degli aerei da combattimento (820) e delle navi da sbarco (260). Altre foto diffuse  sulle esercitazioni navali sono finite del mirino per il sospetto di ritocco con ‘photoshop’: lo sbarco in grande stile immortalato ha ”almeno due, forse tre degli otto Hovercraft ‘incollati’ sulla scena”, ha scritto il magazine americano Atlantic.

Anche le immagini delle manovre trasmesse in tv potrebbero essere solo di repertorio. L’ipotesi piu’ credibile e’ che la Corea del Nord sia a corto di carburante: Pechino, secondo i dati delle dogane cinesi, non ha infatti consegnato a febbraio le circa 30-50.000 tonnellate mensili di carburante. Per diversi osservatori e’ un motivo  per un ritorno di Pyongyang ”a una piu’ mite condotta’

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