Dopo la ‘dipartita’ nella bufera dalla testa di Unicredit spunta anche la prospettiva politica per Alessandro Profumo. C’è qualcuno che dice che potrebbe essere lui il “Papa straniero” del Pd, ovvero un candidato premier del centrosinistra che non sia l’attuale segretario Pier Luigi Bersani, come nella definizione rilanciata da Walter Veltroni qualche giorno fa.
L’ex amministratore delegato di Unicredit ha già votato due volte alle primarie democratiche: una volta nel 2005 quando era candidato Romano Prodi e un’altra nel 2007. Allora si era candidata con Rosy Bindi la moglie Sabina Ratti per entrare nell’assemblea nazionale del Pd.
Che il 2010 sia per Profumo l’anno della leadership? Pare abbia un buon rapporto con Massimo D’Alema e conosce la Bindi, ricorda Repubblica. In molti dicono che è impossibile. Primo fra tutti Sergio Chiamparino, sindaco di Torino: “Una discussione del tutto assurda. Per quello che lo conosco Profumo non è interessato alla carriera politica”.
Secondo quanto scrive Repubblica “il Pd farà monitorare attraverso i sondaggi il grado di popolarità di un personaggio che ha sempre preferito l’ombra”. Rosy Bindi, fra gli altri, frena: “È una questione di rispetto. Non possiamo tirare la giacca di un banchiere che ha appena vissuto un momento difficile. E va rispettato un partito che non può subire tutti i giorni il totonomi”.
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