La telefonata che giunse alla questura di Milano la sera in cui Ruby, la ragazza marocchina allora minorenne, venne bloccata dalla polizia fu fatta dal caposcorta del premier e al solo scopo di informarsi. A dirlo è Niccolò Ghedini, parlamentare e legale del presidente del Consiglio, ad Annozero.
”La telefonata – ha ricostruito – fu fatta dal caposcorta che ha telefonato, certamente su indicazione di Berlusconi, al capo di gabinetto della questura che è l’interlocutore naturale del caposcorta, il quale ha il grado di vicequestore e che parla regolarmente con lui per informarlo degli spostamenti del presidente”.
”Nella telefonata – ha detto Ghedini – il caposcorta si informa e a sua volta si informa anche il capo di gabinetto. Nel frattempo arriva Nicole Minetti alla quale, come ha detto la procura di Milano, l’affidamento è stato fatta regolarmente”.
”Minetti – ha detto poi Ghedini – era stata avvisata da Berlusconi, il quale era stato informato da una conoscente della ragazza”.
Quanto al rapporto di ”parentela” con il presidente egiziano Mubarak, Ghedini ha detto che questo ”era stato quanto ha detto la ragazza: una relazione di parentela attraverso la madre che però aveva completamente rotto i rapporti con il presidente egiziano”. Da Berlusconi, ”che non può esser certo così immaginifico da fare una cosa del genere” non c’è stata ”nessuna pressione”.
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