Si chiama “Rete Cicogna” il progetto su cui il presidente del Brasile Dilma Rousseff si è impegnata a investire durante la sua carica per migliorare la gestione delle gravidanze e dei parti.
Il progetto, che vuole mettere fine alle disuguaglianze che si verificano nel Brasile nell’accesso all’assistenza sanitaria durante la gestazione, è una priorità in un paese dove fino a qualche anno fa si registravano il 70% delle morti legate al mancato accesso delle donne alle strutture sanitarie.
Il successore di Lula non ha speso invece nemmeno una parola sul 10% dei decessi legati alle complicazioni conseguenti agli aborti clandestini, argomento tabù in un paese dove l’aborto è consentito solo in caso di violenza sessuale o di pericolo per la salute della madre.
Dilma Rousseff, del resto, durante la campagna presidenziale, aveva ribadito la sua posizione antiabortista e si era impegnata ad impedire la legalizzazione dell’aborto durante il suo mandato.
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