Meloni in tv spiega il premierato e fa i conti della stabilità, intanto l’amico Trump minaccia di mollarci - Blitzuotidiano.it (foto Ansa)
Si parla di stabilità e di premierato alla tv e subito Giorgia Meloni spiega che cosa vuol significare questo traguardo: eletto direttamente da chi va a votare il presidente del Consiglio ridarà al popolo quel potere che rischia di dimenticare.
Saranno gli italiani a scegliere chi dovrà essere colui o colei che guiderà il Paese. Il Palazzo arretra, è destinato a fare un passo indietro, a smetterla di fare intrighi e manovre sotterranee per indicare il premier.
È un compito che non spetta a chi in Parlamento ama solo i sotterfugi. Saranno finalmente i votanti a stabilire chi dovrà sedere sulla poltrona di Palazzo Chigi. Intervistata da Enrico Mentana, la premier mostra la sicurezza che la contraddistingue. Non ha paura di svelare le sue idee perchè ritiene che siano quelle giuste.
Ventiquattro ore dopo il colloquio con Elly Schlein, il direttore del tg La7 incontra la Meloni e cerca di incalzarla con mille domande. Tutte legittime, per carità, ma lui le ritiene imbarazzanti per la premier. Meloni non è messa all’angolo, parla del premierato e di una legge “che non è stata mai messa nel cassetto” (come indicava certa informazione). “La presenteremo presto in Parlamento perchè sono convinta che in questo modo la stabilità di un governo giovi molto al Paese”.
Ecco la cifra sulla quale non si può discutere perchè i numeri sono pietre miliari. “Da quando siamo a Palazzo Chigi, in tre anni, l’Italia ha risparmiato oltre 80 miliardi di euro che altrimenti sarebbero serviti per i continui cambi della guardia. Non mi pare poco. Allora si vuol discutere ancora su che cosa vuol dire il premierato?”
Venti minuti, poco meno, davanti ai teleschermi. Si spazia dalla riforma della giustizia alla sanità, dalla scuola al salario minimo. Per ognuno di questi problemi, la Meloni risponde a tono, non teme di essere smentita anche se l’opposizione parla “toute-court” di propaganda e niente più.
Lo dicono all’unisono in tre durante una trasmissione in tv che va in onda a mezzanotte sulla terza rete. Scopriamo chi sono i protagonisti del coro, tre direttori. Uno alla guida del Manifesto, l’altro di Radio popolare, il terzo di Left. Insomma, una sinistra-sinistra: il tutto alla faccia del pluralismo dell’informazione.
I minuti scorrono, Mentana si scusa per essere andato oltre il tempo previsto, ma l’occasione è ghiotta, un giornalista di razza non se la lascia sfuggire di mano. La premier sorride: “Non si preoccupi”, risponde ironicamente. “Non sono dispiaciuta se abbiamo rubato qualche minuto a “Otto e mezzo” (la trasmissione condotta dalla signora Lilli Gruber). Una frecciata di non poco conto rivolto ad un programma che è “a senso unico”, secondo la maggioranza.
Tutto questo mentre sull’altra sponda Elly Schlein conduce la sua secolare battaglia contro i suoi amici- nemici. Ora sono di scena quei riformisti che hanno presentato un disegno di legge sull’antisemitismo. Il padrino è un esponente di spicco del Pd, Graziano Del Rio, uomo di primo piano del partito. Francesco Boccia, capo gruppo dei dem alla Camera, insorge. ”
È solo una sua convinzione personale, lo deve ritirare”. Del Rio non ci pensa nemmeno ed è l’ennesima dimostrazione di quanto il Pd sia diviso dalle correnti. Con un alleato (eufemismo) che ogni giorno gli crea un problema.
È quel Giuseppe Conte che quando la Schlein cede su tutti i fronti, non si accontenta e continua ad alzare l’asticella degli ostacoli.
L’Italia si barcamena in un ginepraio di se e di ma, mentre oltre Oceano, Donald Trump va giù dritto per la sua strada.
È stanco dell’Europa, un continente che non conosce più il sostantivo unione. Ognuno segue un percorso da cui l’altro si allontana.Se non è un addio alla Ue poco ci manca. “Un funerale” lo definisce qualcuno. “Dovremo difenderci da soli”, interviene la premier, ma alla fine si troverà un denominatore comune che faccia risorgere la vecchia Europa in cui viviamo.
Oggi ha inizio a Castel S. Angelo la festa dei Fratelli d’Italia, la Atreju, dove è stato invitato tutto il gotha del Parlamento italiano senza badare al colore dei partecipanti. L’unica assente di peso sarà Elly Schlein che ha dovuto alzare bandiera bianca quando nello scontro a due tra lei e la premier si è intromesso Giuseppe Conte, il quale ritiene di essere lui il vero leader della sinistra se non altro perché è stato per ben due volte presidente del Consiglio. Dispiaciuta la segretaria di non essere al centro di una tale kernesse? Non lo dirà mai, però in cuor suo farebbe volentieri un passo indietro per essere della comitiva.
Per i mondiali di calcio che si svolgeranno in estate, gli azzurri sono stati fortunati perché sono in un blocco di squadre sulla carta battibili. Ma prima bisognerà superare lo scoglio delle eliminazioni. Gennaro Gattuso, il coach, prega, i giocatori lo seguono,
Ma l’unico a doversi inginocchiare dovrebbe essere il presidente della Federazione, il quale ancora non si rende conto che da noi le compagini (pure di rango) non possono avere in formazione nove giocatori su undici con passaporto straniero. Domanda: dove finiscono i campioni in erba nati nel nostro Paese?