Papa Leone: "Uno o due anni fa anch'io ho pensato di andare in pensione un giorno" (foto Ansa-Blitzquotidiano)
Papa Leone è rientrato nel pomeriggio a Roma. Missione di pace compiuta in Turchia e Libano. Sono stati cinque giorni ad alta intensità: otto discorsi in Turchia, tutti in inglese; otto discorsi in Libano, inglese quelli civili e in francese quelli legati alle celebrazioni liturgiche.
Un viaggio nel segno dell’ecumenismo e del dialogo. Un viaggio per l’unità e la pace. Ha incontrato capi di Stato, i rappresentanti delle istituzioni e delle Chiese locali, ha presieduto l’incontro ecumenico di preghiera nei pressi degli scavi della basilica di San Neofito a Nicea, ha firmato una Dichiarazione congiunta con il patriarca di Costantinopoli.
Ha visitato la celebre “Moschea Blu” di Istanbul e il museo di Ataturk, il fondatore della Turchia moderna; è stato al porto ferito di Beirut (“Questa visita mi ha toccato il cuore”), al Monastero di Annaya, meta di milioni di pellegrini.
Si è recato sulla tomba del monaco guaritore e santo Charbel, ha incontrato operatori e assistiti del gigantesco ospedale “La Croix “, retto da suore Francescane, primo nosocomio per disabili mentali nato come opera di misericordia corporale.
Ha celebrato messe davanti a migliaia di persone. Ai giovani dei due Paesi mediorientali ha detto: ”Avete il dono del tempo, usatelo per sognare e costruire la pace”. In Libano ha aggiunto: ”A voi affido il sogno di un Libano unito dove trionfino pace e giustizia”.
A Istambul ha incontrato Erdogan dicendo di sostenerlo nelle sue trattative di pace con Ucraina, Russia e Stati Uniti. Nel Paese dei Cedri ha più volte incontrato il presidente Joseph Aoun al quale ha rivolto un potente messaggio “di pace, unità e speranza per il Paese e per tutti i cristiani del Medio Oriente”.
La visita del Santo Padre si è concentrata sull’importanza del dialogo interreligioso e sulla necessità di mantenere viva la speranza in un contesto di sfide costanti.
Papa Leone ovunque ha invitato a coltivare sempre atteggiamenti di lode e di gratitudine. Al “caro popolo libanese” si è rivolto con queste parole: ”A voi che siete destinatari di una bellezza rara con la quale il Signore ha impreziosito la vostra terra e che, al contempo, siete spettatori e vittime di come il male, in molteplici forme, possa offuscare questa magnificenza. Facciamo cadere le corazze delle nostre chiusure etniche e politiche, apriamo le nostre confessioni religiose all’incontro reciproco”.
Il primo viaggio all’estero di Papa Prevost (al sesto mese di Pontificato) ha aperto un importante spiraglio di pace e di confronti tra le varie religioni. Proficuo l’incontro con ortodossi e armeni.
Alle 13.48 locali l’Airbus A320 di Ita Airways intitolato a Giacinto Facchetti (bandiera dell’Inter, 94 partite in Nazionale) con a bordo Papa Leone (e 81 giornalisti) è decollato dall’aeroporto internazionale di Beirut dopo l’applaudito discorso di congedo con il saluto al Paese dei Cedri. All’ultima messa hanno assistito 150 mila persone. E’ atterrato a Fiumicino alle 15.57 dopo un volo di circa 4 ore.