Il lactobacillo resetta e riprogramma le funzionalità del pancreas, agendo sulle cellule beta, quelle che producono l’insulina, ormone che permette la metabolizzazione degli zuccheri nel sangue. L’esperimento è stato testato sui topi Nod, il cui sistema immunitario agisce similmente a quello umano.
Francesco Dotta, diabetologo del Policlinico “Le Scotte” di Siena, ha spiegato: “Avevamo osservato che la somministrazione per via orale di probiotici normali (lactobacilli e bifidobatteri) era in grado di prevenire l’insorgenza del diabete autoimmune nel topo Nod. Tale effetto, però, si manifestava solo quando il trattamento era effettuato prima della comparsa dei fenomeni infiammatori a carico delle beta-cellule. Dopo era inutile”. La ricerca prosegue e si attendono i primi test sull’uomo, che inizieranno a Siena nel 2013.