“A cosa serve leggere?” La risposta: leggere è un atto di crescita, un diritto base dei bambini - Blitzquotidiano.it (foto Ansa)
“A cosa serve leggere?” hanno chiesto a insegnanti e operatori alla viglia dell’apertura delle scuole gli organizzatori del convegno “Adotta l’autore”, a a Pesaro, storico progetto della libreria per bambini “Le foglie d’oro”, attiva sin dal 1999.
Personalmente, vorrei dire loro che
leggere è un atto di crescita. Legge chi ha imparato a scrivere. E’ un atto di iniziazione, di autonomia, di libertà. “Se in famiglia il bambino viene educato, nel senso di “sostenuto con amore”, nei suoi passaggi di crescita; se viene, passo dopo passo, iniziato alle “prove e ai passaggi della vita”, “individuerà nell’acquisizione di strumenti che danno autonomia”, che permettono di spaziare, di agire in prima persona, di ricercare, di scegliere, di approfondire, degli autentici doni che vengono fatti loro dagli adulti”.
Così, il piacere di leggere si acquisisce sia “in casa”, vedendo come gli adulti, le figure affettive di riferimento, genitori e parenti, amano leggere; come traggono idee, energie, piacere, forza, intimità, dalla lettura; sia a scuola, laddove la lettura fatta dall’insegnante e poi quella che si impara a fare personalmente, diventano fonte di sapere, momento di identificazione, di crescita, di conoscenza individuale e collettiva.
La lettura, infatti, favorisce lo sviluppo dell’affettività attraverso un processo proiettivo e di identificazione con i personaggi. Un bambino che sente di avere nella lettura un punto di forza e di appoggio per la sua vita; che sente la lettura e i libri come un “diritto” della sua vita, è un bambino che ha scoperto un talismano.
E’ un bambino che passerà all’azione scrivendo i “suoi” libri, i suoi proclami, le sue strategie, le sue soluzioni di vita. E leggere “insieme” agli altri, poi, significherà per lui far parte di una comunità che ha radici nella cultura scritta, commentata, condivisa e allargata ad ogni altra espressione culturale.
Infine, per esprimere un qualche pensiero, una qualche, pur modesta, riflessione, sul Diritto a leggere dei bambini e nella necessità di farlo esistere e rispettare , io penso che, negli adulti, “quel” diritto bisogna anzitutto rintracciarlo dentro se stessi e domandarsi: “Da bambino, avevo diritto alla lettura?” E, semmai, “A quale lettura, a leggere che cosa , avevo diritto?”.