
ROMA – Papa Francesco sdogana la sculacciata ai figli a fin di bene. La parola “sculacciata”, familiare ma di etimo volgare, Papa Francesco non l’ha utilizzata. Ma davanti ai 7mila fedeli giunti in Vaticano per assistere all’Udienza Generale, il Pontefice, dopo il “pugno” a chi offende la madre o le “bastonate” ai pedofili, è riuscito a sorprendere ancora. Parlava dell’importanza del ruolo del padre nella famiglia. Ma qualcuno mette le sue parole a confronto con la “carezza” di Giovanni XXIII, a parziale conferma che, come ripete Antonio Socci, “anche i bergogliani sono sconcertati da Papa Francesco”.
“Una volta”, ha spiegato mimando il gesto di una sculacciata, “a una riunione di matrimonio ho sentito un papà dire: ‘alcune volte devo picchiare un po’ i figli, ma non li picchio mai in faccia, per non avvilirli'”. Con il volto serio Papa Francesco ha subito commentato: “Che bello, ha il senso della dignità”. Poi ha concluso: “Deve punire, lo fa il giusto, e va avanti”. Insomma il papa gesuita torna a insistere sul concetto di educazione e rispetto, ma non esita a indicare la strada delle maniere spicce mettendosi tra coloro che puniscono i figli, anche picchiandoli se necessario, ma senza umiliarli.
Bergoglio insiste poi sulla necessità che ha ogni famiglia di avere un padre. “Che sia vicino alla moglie, per condividere tutto, gioie e dolori, fatiche e speranze”, puntualizza il pontefice. “E che sia vicino ai figli nella loro crescita: quando giocano e quando si impegnano, quando sono spensierati e quando sono angosciati, quando si esprimono e quando sono taciturni, quando osano e quando hanno paura, quando fanno un passo sbagliato e quando ritrovano la strada”. “Padre presente”, ha specificato Francesco, “non vuol dire controllatore, perché i padri troppo controllatori annullano i figli, non li lasciano crescere”. (Libero Quotidiano)
Un bel discorso sulla dignità e sulla responsabilità: passerà alla storia per l’accenno alle sculacciate a fin di bene del “Bergoglio fumantino” (copyright Libero).