Aurora Livoli (foto Instagram) e i messaggi inquietanti sui social: "Ho Lucifero dentro di me". Si indaga sulle sue ultime frequentazioni
Aurora Livoli è stata ritrovata cadavere, con segni di violenza sul corpo, in un androne di un palazzo di via Paruta, a nord di Milano. L’autopsia, che servirà a stabilire le cause della morte della giovane 19enne originaria di Fondi in provincia di Latina, verrà effettuata il 2 gennaio. Solo in questo modo si potrà accertare se la ragazza abbia subito violenza sessuale.
Aurora era stata adottata a sei anni, tredici anni fa. In passato si era già allontanata da casa, ma non c’era nulla che facesse pensare a una fuga senza ritorno. Si era anche iscritta alla facoltà di Chimica a Roma, segno del suo desiderio di proseguire gli studi. La 19enne viveva in provincia di Latina e aveva frequentato la stessa scuola di Paolo Mendico, il ragazzo di 14 anni di Santi Cosma e Damiano che a settembre si era tolto la vita a causa del bullismo. Aurora frequentava l’Itis Pacinotti e si era diplomata lo scorso anno nella sede di Fondi, non in quella distaccata di Santi Cosma e Damiano frequentata invece da Paolo.
Aurora non dava più notizie di sé dal 26 novembre: quel giorno aveva contattato per l’ultima volta i genitori adottivi, dicendo loro che non aveva intenzione di tornare a casa. La giovane non aveva voluto fornire alcuna indicazione sul luogo in cui si trovasse, e i genitori avevano quindi deciso di sporgere denuncia. Il fratello della madre, intervistato da Repubblica, ha raccontato che la giovane “aveva avuto qualche difficoltà, per questo era seguita da uno psicologo. Ma non c’era nulla che potesse farci pensare a un epilogo simile”.
I familiari raccontano che sui social la ragazza postava messaggi inquietanti: “Ho Lucifero dentro di me”, “Troppo tempo per pensare fa pensare male”, aveva scritto su Instagram. I genitori, lo scorso 10 dicembre, avevano detto ai Carabinieri: “Siamo preoccupati perché Aurora frequenta brutte compagnie”. Un timore basato sulle frequentazioni del passato.
A Milano, secondo quanto scrive Il Corriere della Sera, Aurora aveva “amici di strada”. Si tratta di alcuni giovani che, come lei, soffrivano di problemi di disagio giovanile e dai quali aveva ricevuto ospitalità. I Carabinieri stanno interrogando gli ultimi contatti di Aurora, rintracciati anche grazie al suo telefono, e stanno lavorando per avere un quadro più completo su chi abbia approfittato di questa giovane, trovata seminuda e senza vita all’interno di uno stabile a Milano. Nei fotogrammi delle telecamere di sorveglianza, con lei c’è un uomo entrato anch’esso nello stabile: ora si cerca di capire chi sia e che ruolo abbia avuto in questa tragica vicenda avvenuta a 700 chilometri da casa.