Gli occupati sono insomma a quota 138,4 milioni, più di otto anni fa. E i più stretti collaboratori del presidente non nascondono la soddisfazione per una sfida che sta per essere vinta: con i 217.000 occupati in più registrati a maggio (ne erano attesi 218.000, ma a questo punto appare un dettaglio) è il quarto mese consecutivo che in America si creano più di 200.000 posti di lavoro. “Vuol dire che la ripresa è solida e costante”, afferma uno dei consiglieri economici del presidente, sottolineando pero’ che per Obama questo non può bastare: “Si può e si deve fare di più”. Perchè nonostante le buone notizie – sottolineano gli osservatori – c’è da considerare come negli anni la popolazione sia aumentata. Ecco allora che il tasso di partecipazione si attesta al 62,8%.
I disoccupati di lungo termine (quelli che sono da oltre sei mesi senza lavoro) sono ancora troppi. E aumenta il numero di quelli che non cercano più un’occupazione, quelli della generazione del ‘baby-boom’ colpiti duramente dalla crisi e che ormai hanno rinunciato a lavorare. E finchè durerà questo trend – spiegano gli economisti – non si potrà parlare di una vera e propria ripresa. Proprio per questo la Federal Reserve di Janet Yellen continua a mantenere una certa cautela e molta prudenza nel ritirare del tutto le misure straordinarie messe in campo per sostenere crescita e occupazione. A partire dall’acquisto di titoli per immettere liquidità in circolazione.
Intanto Wall Street brinda e si gode i dati positivi che arrivano dal mondo del lavoro, con tutti i principali indici che restano su livelli record. C’e’ da dire, anche grazie a quello che e’ stato definito ‘effetto Draghi’, dopo le ultime decisioni prese della Bce che fanno ben sperare anche al di qua dell’Atlantico.