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Usa. Obama pronto a flettere i muscoli anche con la Cina espansionistica

di lgermini |29 Aprile 2014 12:07

Bombardieri Usa

USA, WASHINGTON – Barack Obama – dopo la nuova ondata di sanzioni contro la Russia – e’ pronto a mostrare i muscoli anche con la Cina: ogni mossa unilaterale di Pechino cambiera’ l’atteggiamento e la presenza militare americana nel sudest asiatico . Secondo il Wall Street Journal, i vertici militari Usa avrebbero messo a punto una serie di piani di emergenza e di opzioni per rispondere ad eventuali “provocazioni”, soprattutto nel Mar della Cina orientale. Opzioni che vanno dal dispiegamento dei bombardieri B-2 nell’area a esercitazioni navali con l’uso di portaerei a ridosso delle acque territoriali cinesi.

Si starebbe cosi’ dando sostanza alle parole con cui il presidente americano – al termine dell’impegnativa missione di una settimana in Asia – ha tentato di rassicurare gli alleati del sudest asiatico, preoccupati dalle mire espansionistiche della Cina e dalle sue politiche sempre piu’ aggressive: sia sul fronte dell’arcipelago delle Senkaku, conteso col Giappone, sia su quello del gruppo di isolotti Scarborough Shoal, conteso con la Corea del Sud. La stessa Casa Bianca, in effetti, ha un grande timore: quello che Pechino possa imitare Mosca, e che le dispute territoriali in atto da anni possano creare un nuovo caso o piu’ casi Crimea.

Per questo quella ingaggiata con il Cremlino e’ piu’ che mai una partita doppia, con lo sguardo rivolto anche alla leadership cinese. A Manila, ultima tappa del suo tour asiatico, Obama ha annunciato un’intesa grazie alla quale le Filippine garantiranno alle navi e agli aerei Usa un accesso alle proprie basi militari senza precedenti negli ultimi 20 anni. Ma – fonti del Pentagono citate dal Wsj – spiegano come nel quartier generale dello Us Pacific Command alle Hawaii siano state pianificate tutta una serie di azioni per far fronte a eventuali crisi provocate non solo dalla Cina, ma anche dalla Corea del Nord.

La svolta dopo che Pechino ha deciso unilateralmente la creazione una zona aerea di difesa sopra l’arcipelago delle Senkaku e in seguito alle indiscrezioni dei servizi secondo cui il regime di Pyongyang starebbe per innescare “un nuovo ciclo di atti di provocazione”. Cosi’, oltre a prevedere manovre militari con i bombardieri e con le portaerei, il comando militare Usa starebbe pensando anche ad un rafforzamento delle operazioni di sorveglianza ai confini con la Cina e a un maggior accesso degli alleati nelle basi navali americane dell’area. La misure prese in caso di incidenti – si spiega – saranno ”mirate e proporzionate”.

 

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