Clima: in arrivo nuova speculazione su certificati CO2

Pubblicato il 8 Dicembre 2009 - 10:05 OLTRE 6 MESI FA

È in arrivo una nuova speculazione: questa volta non più sulle case, ma sui certificati di CO2.

Il protocollo di Kyoto aveva introdotto uno schema sull’emissione di certificati di CO2:  si pensava fosse un modo per ridurre le emissioni nocive. Ma ad ogni regola corrisponde l’eccezione. Così, le Autorità tedesche stanno ora investigando circa 40 aziende che speculavano su questi certificati, riuscendo ad imbrogliare per somme che arrivano fino a centinaia di milioni di euro.

Il ministro dell’Ambiente tedesco, Norbert Rottgen, è  in carica da appena un mese ma ha già pronunciato parole dure sui possibili drammatici effetti delle emissioni di CO2 sul clima. «Dobbiamo pensare al nostro modo di vivere e alla nostra sopravvivenza», ha detto al Bundestag, il parlamento tedesco, a proposito del summit sul clima di Copenaghen, che si svolge in questi giorni. Al summit, le nazioni del mondo discuteranno dei possibili modi per ridurre le emissioni di CO2, responsabili del riscaldamento globale. Un altro tema che deve essere affrontato è quello sul commercio dei certificati per la CO2.

In Germania, il problema della speculazione sui certificati per le emissioni è serio ed è un bel grattacapo per il ministro Rottgen. Le Autorità stanno investigando. Secondo il Protocollo di Kyoto del 2005, le emissioni di biossido di carbonio nell’atmosfera devono essere ridotte con questo metodo dei certificati. Secondo questo sistema, le aziende che investono in tecnologie nuove ed ecosostenibili non hanno bisogno di tutti i certificati e possono, a turno, venderli ad altre, e ad un prezzo più alto. I prezzi correnti di questi certificati sono stabiliti da Borse specializzate, come la francese Bluenext o l’Ecx di Londra. Al momento, il diritto di emettere una tonnellata di CO2 nell’atmosfera vale 14 euro.

Gli accordi sui certificati stanno attraendo sempre più speculatori. Mentre le banche d’investimento, come Goldman Sachs, stanno speculando sui certificati delle emissioni, le più piccole aziende stanno ora cercando di imbrogliare le Autorità nazionali di vigilanza. Queste ultime stanno investigando circa 30-40 aziende sospette.