I pesci del Pacifico mangiano plastica: trovate fibre nel loro stomaco

di redazione Blitz
Pubblicato il 17 Novembre 2017 - 06:30 OLTRE 6 MESI FA
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I pesci del Pacifico mangiano plastica: trovate fibre nel loro stomaco

NEW CASTLE – Nello stomaco di creature marine che vivono a 11 chilometri di profondità nel Pacifico, sono state trovate delle fibre di plastica, il che mostra la grave dimensione dell’inquinamento.

Ogni animale marino campionato sul fondo della fossa delle Marianne nel Pacifico, aveva inghiottito frammenti microscopici tra cui nylon, polietilene e polivinili simili al PVC.
La scoperta porta alla luce che nulla di ciò che vive nei mari del mondo è al riparo dal degrado, sostengono gli scienziati.

Alan Jamieson, della Newcastle University, che ha diretto lo studio, ha definito i risultati “diretti e allarmanti”, scrive il Daily Mail. “Nelle profondità marine vivono organismi che mangiano praticamente qualsiasi cosa. Lo studio ha dimostrato che le microfibre artificiali si stanno accumulando in un ecosistema abitato da specie di cui abbiamo scarsa comprensione”.

I ricercatori hanno trovato sostanze chimiche velenose, vietate negli anni ’70 e si pensa possano essersi diffuse nelle profondità oceaniche a febbraio, attraverso detriti di plastica.
La nuova scoperta mostra con certezza che le minuscole creature stanno mangiando le fibre di plastica, sostanza che inquina ormai tutto il Pianeta ed è penetrata anche negli abissi marini.

I campioni di 90 crostacei sono stati prelevati in tutta l’area pacifica, dalla fossa delle Marianne a quella del Giappone, da Kermadeck alle Nuove Ebridi, e nei loro stomaci sono stati trovati frammenti di plastiche come il Pvc e di fibre tessili tra cui nylon, rayon e lyocell.

Si stima che circa 300 milioni di tonnellate di plastica ora cospargano gli oceani, con oltre cinque miliardi di pezzi di plastica che pesano oltre 250.000 tonnellate attualmente galleggianti sulla superficie. “Una volta che queste plastiche raggiungono i fondali non hanno altro posto dove andare, e quindi è presumibile che si accumulino in grandi quantità”, ha concluso Jamieson.