Stato di emergenza in cinque regioni del Nord, fiumi a secco, agricoltura in ginocchio: serve un piano invasi

Stato di emergenza in cinque regioni del Nord, fiumi a secco, agricoltura in ginocchio: serve un robusto piano invasi

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 5 Luglio 2022 - 19:00 OLTRE 6 MESI FA
Stato di emergenza in cinque regioni del Nord, fiumi a secco, agricoltura in ginocchio: serve un robusto piano invasi

Stato di emergenza in cinque regioni del Nord, fiumi a secco, agricoltura in ginocchio: serve un robusto piano invasi

È stato di emergenza in cinque regioni italiane, fiumi a secco, agricoltura al collasso. Per ora. Si tratta di Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli, Emilia Romagna.

Lo ha deciso lunedi sera (4 luglio) il Consiglio dei ministri in una riunione lampo. Non solo: a giorni sarà nominato un Commissario straordinario contro la siccità. Con ogni probabilità sarà Fabrizio Curcio,capo della Protezione Civile. Il Dipartimento avrà poteri speciali.

E potrà operare in deroga alle norme vigenti, avrà a disposizione una dote finanziaria ad hoc per le proprie esigenze. All’Emilia Romagna andranno 10,9 milioni.

Al Friuli  4,2 milioni, Lombardia 9, Piemonte 7,6. Infine per il Veneto sono stati stanziati 4,8 milioni. Totale circa 36 milioni. “Lo stato di emergenza per la siccità durerà fino a
31 dicembre 2022” ha detto Draghi. “Ma il governo non si fermerà qui” ha aggiunto la ministra Gelmini. Cioè ci saranno altre misure. Chiara allusione ai 2,8 miliardi che il Pnrr ha dedicato a queste tematiche.

EMERGENZA: INFRASTRUTTURE OBSOLETE, ACQUEDOTTI COLABRODO

Sono la causa principale degli sprechi di acqua. Una percentuale scandalosa:42%. Oltre ad una rete idrica trascurata sono da mettere in conto altri fattori come l’incuria, gli allacci abusivi, scarsa pulizia degli invasi di montagna. Ecco perché si dovrà cominciare con un sistema avanzato di monitoraggio, utile oltretutto per gestire meglio il rischio idrogeologico.

Servono nuovi invasi, “magari da cave dismesse” come pragmaticamente ha detto Luca Zaia. E,aggiunge, “puntare sulla modalità arido-cultura, tipo israeliana , dove c’è il tubo con la goccia per molte coltivazioni piuttosto che sulla pluvirrigazione””.

PRIORITÀ ASSOLUTA L’AGRICOLTURA

La carenza d’acqua è un fenomeno strutturale confermato dalla drammatica siccità di quest’anno. In Italia l’acqua non manca “ma con le attuali strutture si riesce a mantenere solo l’11%” (ilsole24ore.com). E l’agricoltura in un solo anno ha perso un miliardo.

“Il 30% della produzione agricola nazionale è a rischio “ (Coldiretti). Orttofrutta,grano, metà allevamenti i più colpiti. È però pronto un “Piano invasi “. Ne servono 10 mila, secondo il piano pluriennale della Coldiretti. I primi mille invasi costerebbero 1,8 miliardi. Si punta ad una autosufficienza alimentare ed energetica. Tempo da perdere non c’è più.