Famiglia di soldato che si è ucciso in Iraq vuole condoglianze di Obama. Ma ai suicidi non si può…

Pubblicato il 25 Novembre 2009 - 18:29| Aggiornato il 1 Dicembre 2009 OLTRE 6 MESI FA

Chancellor Keesling

Quando il soldato di prima classe Chancellor Keesling, 25 anni, si suicidò a Baghdad la scorsa estate, la sua famiglia fu trasferita in aereo alla base aerea militare di Dover, Delaware, per ricevere le spoglie. Fu celebrato il suo funerale militare incluso il saluto di 21 cannonate.

Ma l’affranta famiglia di Chancellor – a quanto riferisce il Wall Street Journal – non ha ancora ricevuto, e probabilmente forse non riceverà mai – una lettera di condoglianze del presidente Barack Obama, come accade per tutti i militari morti in combattimento. Il motivo è, ha spiegato un portavoce dell’amministrazione, che tradizionalmente la Casa Bianca non invia condoglianze alle famiglie di militari che commettono il suicidio.

La famiglia Keesling, oltraggiata, si è mobilitata raccogliendo il sostegno di deputati repubblicani e democratici affinché la ”tradizione” della Casa Bianca venga abolita, definendola ”arcaica e crudele”. L’iniziativa dei Keesling giunge in un momento in cui i corpi militari Usa sono colpiti da un numero di suicidi senza precedenti. Essi, riguardanti militari o ex-militari, sono stati nel 2005 (non esistono dati più recenti) il 20 per cento del totale nazionale.

«Perché – si è chiesto il padre del soldato suicida, Gregg – il presidente si comporta come se nostro figlio non fosse morto? Se Chancellor fosse stato colpito da un fulmine o travolto da una automobile avremmo ricevuto la lettera. Ma è morto suicida e non ne abbiamo diritto. È tremendamente ingiusto».

Gli sforzi della famiglia Keesling si scontrano con la lunga tradizione militare americana secondo cui il suicidio è un segno di debolezza e i militari che si tolgono la vita non devono ricevere gli stessi onori concessi a quelli morti in combattimento o in incidenti in zone di guerra.

Ha dichiarato in proposito un generale a riposo che sostiene la tradizione: «Si spezza il cuore per ogni figlio perduto da una famiglia, indipendentemente dalle circostanze della morte, ma francamente parlando direi che una persona che si toglie la vita non merita lo stesso trattamento di un soldato che muore combattendo il nemico».

I deputati dell’Indiana Dan Burton e Andre Carson, rispettivamente democratico e repubblicano, hanno scritto ad Obama chiedendo che la prassi venga cambiata, ma non hanno ancora ricevuto risposta.

Un portavoce della Casa Bianca, Tommy Vietor, ha spiegato che l’amministrazione Obama ha ereditato la prassi dalla prcedente amministrazione di George Bush, ma ha aggiunto che l’attuale inquilino della Casa Bianca ha ordinato un riesame. Vietor non ha voluto dire quando tale riesame sarà completato e se giungerà alla conclusione di abolire la prassi.