Cyber-guerra, gli hacker di Anonymous svelano un piano contro WikiLeaks

Pubblicato il 14 Febbraio 2011 - 19:59 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La guerra cibernetica contro WikiLeaks ha visto tre nuovi protagonisti: le agenzie di sicurezza privata americane, la Palantir Technologies, la Berico Technologies e la HBGary, hanno elaborato piani per ‘disinnescare’ la minaccia del sito di Julian Assange, elencando, tra i vari metodi, anche il rincorso a una campagna di delegittimazione.

I piani dovevano essere proposti a istituzioni e società minacciate dalle rivelazioni del sito. Una delle agenzie, la HBGary, ha però commesso il fatale errore di pestare i piedi ad Anonymous, il gruppo di hacker internazionali sostenitori dichiarati del sito antisegreti. Così, proprio nei giorni del processo londinese di Julian Assange, che potrebbe arrivare a sentenza domani, i cyber-guerriglieri hanno risposto occhio per occhio: attaccando il sito della HBGary, rubando 44mila mail private e diffondendo su internet il memo incriminato.

Il piano segreto per distruggere WikiLeaks, offerto probabilmente alla Bank of America, risale al novembre scorso. ”Nonostante la pubblicità”, si legge nel rapporto, ”WikiLeaks NON è in buona salute. Le loro debolezze vanno sfruttate immediatamente”.

Le aziende propongono quindi di ”creare documenti fasulli, passarli a WikiLeaks, e quindi denunciare l’errore; alimentare le divisioni interne; alimentare voci sulla sicurezza della loro infrastruttura tecnica: se nascono dubbi sull’efficacia della loro tecnologia, WikiLeaks è finita”. Ma non è finita.

Il memo propone anche ”cyber-attacchi per ottenere dati delle fonti, una campagna media che colpisca il sostegno tra i moderati, usare i social media per identificare debolezze nel loro staff”. L’autore ed esperto di diritto costituzionale USA Green Greenwald viene poi citato come ”esempio di sostegno che deve essere eliminato”.

Il documento è stato rinvenuto durante il raid punitivo compiuto da Anonymous ai danni della HBGary, colpevole di essersi vantata di aver infiltrato il network hacker. Tutto per aver un buon ritorno d’immagine. ”Non si tratta di loro”, recita una mail di un dirigente dell’azienda citata dagli hacker su piratebay.org, dove si possono scaricare tutte le email trafugate, ”si tratta di dare la giusta impressione sulle nostre capacità ai nostri clienti”.

Anonymous sostiene però che la HBGary – che ha rapporti con il dipartimento di Stato americano – non abbia in realtà raccolto un bel niente. ”Lo sappiamo – scrivono gli hacker – perché abbiamo visto i vostri rapporti. I nominativi e contatti dei ‘dirigenti’ di Anonymous sono senza senso: per evitare che li possiate vendere all’FBI, glieli daremo noi gratuitamente”. La HBGary, dal canto suo, mette in guardia sul proprio sito che gli hacker avrebbero falsificato le informazioni ad arte.