Influenza: meno vaccini, seguendo i consigli del web

Pubblicato il 19 Ottobre 2010 - 14:06 OLTRE 6 MESI FA

La campagna vaccinale contro la pandemia influenzale del 2009 in Italia e in Europa è fallita: colpa anche swlle informazioni ingannevoli che circolano sul web e del vorticoso aumento di persone che ogni anno navigano in internet alla ricerca di informazioni mediche.

Il fenomeno è stato esaminato il 19 ottobre a Parigi al secondo European Media Workshop, incontro europeo di giornalisti promosso dalla Fondazione Merieux.

”Internet gioca un ruolo importante nel disseminare informazioni contrarie alle vaccinazioni”, afferma la canadese Anna Kata, del dipartimento di Antropologia della McMaster University di Hamilton, in uno studio pubblicato da ‘Vaccine’, esaminato nel corso del dibattito.

Secondo altre fonti internazionali, l’80% degli adulti negli Stati Uniti e il 90% in Europa afferma di utilizzare i social media (come forum internet, blog, google e altri) almeno una volta al mese.

Oggi ci sono su Internet 185 milioni di blog e il 15% dei blogger passa al computer 10 o più ore a settimana. Dei 280 milioni di internauti europei con oltre 15 anni d’età, 211 milioni visitano un social network (facebook, twitter).

Le informazioni e le opinioni che circolano sul web hanno dunque un peso enorme su questa grande massa di utilizzatori della rete e sulla formazione delle coscienze in materia di salute.

L’antropologa canadese stima che il 75-80% di chi va su internet cerca sulla rete informazioni sulla salute, e il 70% di questi ammette che queste informazioni online influenzano le decisioni sulle cure cui sottoporsi.

”Nel 2006 – precisa Anna Kata – il 16% degli utenti di internet ha cercato informazioni sui vaccini online, dove i messaggi contrari alle vaccinazioni sono più comuni che in altri media, cosa che ha fatto aumentare le decisioni basate su informazioni ingannevoli”.

Infatti, considerando soltanto Google.com, ”il 71% dei risultati sono stati classificati come contrari alle vaccinazioni”: concetti espressi da contestatori che oppongono ”argomenti postmoderni e respingono fatti biomedici e scientifici a favore delle loro interpretazioni”.

”Il web – sostiene il belga Philip Weiss – è oggi popolato da lobby scatenate contro la medicina basata sull’ evidenza: una controinformazione, questa sì pandemica, alla quale bisognerebbe rispondere cercando e pubblicando le fonti vere”.

L’analisi di un gruppo di ricercatori tedeschi guidati da Cornelia Betsch, pubblicata sul Journal of Health Psychology, rivela, infine, che l’accesso a siti critici dei vaccini per un tempo da cinque a 10 minuti accresce la percezione di rischio verso la vaccinazione, così come verso l’intenzione di vaccinarsi.