Lotta alla tubercolosi: a Milano è tre volte oltre la media nazionale

Pubblicato il 26 Marzo 2011 - 07:48 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – È stata la “Giornata Mondiale per la Lotta alla Tubercolosi” (World TB Day), che cade il 24 marzo, l’occasione per fare il punto sui numeri e i casi di questa malattia a Milano. In base ai dati forniti dall’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna, nel capoluogo, i casi riscontrati sono 250, “che diventano circa 500 se si considerano le aree limitrofe, in pratica tre volte la media nazionale”.

Quello che preoccupa l’assessore è la diffusione, recente della malattia non più solo in aree di difficoltà e, conseguente, debolezza fisica, ma anche tra soggetti sani e robusti: “La Tbc – prosegue l’assessore – sembrava una patologia scomparsa nel nostro Paese, ma le recenti microepidemie in ambito scolastico hanno riproposto l’attenzione verso questa malattia anche in popolazioni ritenute indenni”.

Il riferimento, chiaro era ai recenti casi riscontrati tra i bambini della scuola elementare Leonardo da Vinci, dove tutti i 944 bambini sono stati sottoposti al test di Mantoux, che nel 18,1% dei casi ha rivelato positività, mentre quindici bambini hanno sviluppato la malattia. I motivi per cui Milano, più che altre città, rappresenta un terreno ideale per la TBC sono stati spiegati dal direttore del Centro di Formazione TB di Villa Marelli, Giorgio Besozzi, “ufficialmente in Italia i nuovi casi sono circa 4.500 all’anno, ma considerando la quota di sommerso ne possiamo stimare circa 7-8 mila. E la metà riguarda la popolazione immigrata”.

“A Milano coesistono diversi fattori di rischio – ha spiegato – meno presenti altrove: alto numero di immigrati provenienti da paesi ad alta endemia, elevato numero di immunodepressi per HIV o per altri motivi, concentrazione di sacche di povertà sono gli elementi che mantengono più alte le possibilità di contagio, senza dimenticare anche l’inquinamento atmosferico, che influisce sicuramente sulla attività delle difese meccaniche respiratorie e quindi facilita l’ingresso dei microbatteri”.

Un’emergenza rispetto alla quale si fa urgente cercare nuove risposte, come hanno fatto presente, convocando a Roma per il 23 marzo gli Stati generali sulla malattia, la Federazione italiana contro le malattie polmonari sociali e la tubercolosi (Fimpst), Stop TB Italia Onlus e Lilly MDR-TB Partnership: tra i le priorità da risolvere la scarsa abitudine dei medici a confrontarsi con i sintomi della malattia (che viene spesso scambiata con altre patologie) e soprattutto le carenze organizzative di monitoraggio e gestione dei malati, fino alla limitata accessibilità alle terapie più efficaci.