Dalla parte della riforma, Giavazzi sul Corriere della Sera: “Voti severi agli atenei. Il governo ha perso un’occasione”

Pubblicato il 22 Dicembre 2010 - 10:16 OLTRE 6 MESI FA

Francesco Giavazzi dalla prima pagina del Corriere della Sera si schiera dalla parte del modello università targato Gelmini. Per lui la riforma in corso di approvazione in Senato è la migliore che poteva essere partorita dall’attuale classe politica.

Sull’università, quella delle speranze di più risorse per i più meritevoli secondo Giavazzi l’esecutivo ha perso un’occasione. Il dibattito sulla legge era un’opportunità. Per smascherare chi si è opposto in nome dell’autonomia della ricerca e dell’insegnamento, quando in realtà proteggeva la sua piccola rendita. Per convincere gli studenti che un’Università più aperta è innanzitutto nel loro interesse… Invece il governo ha ridotto la discussione a un problema di ordine pubblico.

Per Giavazzi c’è qualcosa dietro la mobilitazione degli studenti, è un disagio che deve fare pensare, un problema radicato: è il sintomo preoccupante di una generazione che si sente sempre più abbandonata.

Il giornalista riflette, come già aveva fatto il 30 novembre scorso in un editoriale sul Corriere della Sera il disegno di legge proposto dal ministro dell’Istruzione Gelmini non è certo una riforma perfetta, soprattutto per una maggioranza che si dichiara «liberale».

Per Giavazzi la legge, abolendo i concorsi, cerca di tagliare alla radice una fonte di corruzione all’interno degli atenei. Se la parziale liberalizzazione avrà risultati positivi, sarà effetto degli incentivi che gli atenei percepiranno, cioè dell’efficacia della valutazione, che è il vero cardine della legge.