Busta paga più ricca per tornare a crescere: Pica sul Riformista

Pubblicato il 21 Dicembre 2011 - 12:35 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Perché l’economia italiana cresca, è necessario aumentare i salari. E’ questa la soluzione secondo Gianmaria Pica, che ha scritto un articolo sul Riformista che concorda sostanzialmente con la riforma del lavoro studiata dal ministro Elsa Fornero. Ecco cosa scrive Pica: “L’Italia deve tornare a crescere. Come? Puntando sull’aumento dei salari: gli italiani guadagnerebbero di più, gli acquisti crescerebbero e le industrie tornerebbero a produrre. È il cuore della riforma del lavoro allo studio del ministro Fornero che preoccupa partiti e sindacati”.

Il concetto è chiaro, secondo Pica: se la crescita del nostro Paese è legata alla riforma del mercato del lavoro, questa deve puntare su un aumento delle retribuzioni e dell’occupazione. Una riforma, ha sottolineato la Fornero, necessaria per le famiglie e le nuove generazioni.

Poi spiega come funziona l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (del 1970): In sintesi, in un’azienda con più di 15 dipendenti, il licenziamento di un dipendente a tempo indeterminato può avvenire solo per giusta causa, in caso contrario il lavoratore va reintegrato. Quanti lavoratori italiani possono esercitare questo diritto? Pochi, la minoranza della forza lavoro del nostro Paese: su una platea di circa 23 milioni di lavoratori, solo 6-7 milioni sono assunti in un’azienda con più di 15 dipendenti. Gli altri lavorano con un contratto atipico (subordinato, co.co.pro, partita Iva eccetera), oppure sono occupati (anche a tempo indeterminato) in una società che ha meno di 15 dipendenti.

Infine Pica spiega che l’articolo 18, che è stato argomento tabù per tanti anni, continua a dividere centrosinistra e sindacati: Il problema è che chi tocca quell’articolo si brucia. Oggi la polemica non è mutata. I toni sindacali sono sempre gli stessi. Così come la spaccatura dentro il centro-sinistra. Da un lato ci sono una cinquantina tra deputati e senatori del Pd che sostengono il modello di flexsecurity ideato dal giuslavorista democratico Pietro Ichino. Ieri il senatore pd Giorgio Tonini ha affermato che l’articolo 18 «bisogna cambiarlo senza totem né tabù» e che «c’è la proposta Ichino che prevede il contratto a tempo indeterminato per i nuovi lavoratori, una specie di miraggio nella situazione odierna». Dall’altro il nocciolo duro del partito guidato da Pier Luigi Bersani (da Cofferati al responsabile economico Stefano Fassina) che difende lo status quo.