M5S, ideologo Paolo Becchi lascia: “E’ stampella di Renzi”

di redazione Blitz
Pubblicato il 5 Gennaio 2016 - 14:15 OLTRE 6 MESI FA
M5S, ideologo Paolo Becchi lascia: "E' stampella di Renzi"

Paolo Becchi

GENOVA – Dopo le espulsioni delle ultime settimane e i tanti addii, il Movimento 5 stelle perde un altro pezzo. Se ne va il professore di filosofia del diritto Paolo Becchi, in passato definito l’ideologo del Movimento, che ora definisce “stampella del governo Renzi”. Becchi se ne va denunciando un “nuovo patto del Nazareno, questa volta tra il Pd renziano e il Movimento 5 stelle”.

In un’intervista al quotidiano online Formiche, il professore parafrasa le parole usate da Beppe Grillo per definire il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e dice: “Anche Grillo è diventato un ologramma”.

Becchi annuncia di aver provveduto alla cancellazione dell’iscrizione “lo scorso 31 dicembre”. Il motivo? “Il Movimento 5 stelle si è trasformato in un partito ibrido che da un lato acchiappa chi ancora crede negli ideali di rottura del vecchio Movimento e dall’altro si avvicina alla logica partitica”.

Alla luce di questo ragionamento l’intervento del professore di diritto su ‘Mondo Operaio’ di febbraio si intitolerà: “Dal Movimento liquido di Grillo al partito ibrido di Casaleggio”.  

Secondo Becchi con l’elezione dei giudici della Corte costituzionale

“si è capito come il Patto del Nazareno tra Pd e Fi sia finito del tutto e ne sia nato un altro tra Pd e M5S, tenuto segretissimo tanto che chi ne parla viene ricoperto di insulti in rete. Beppe Grillo è stato sconfessato dal vicepresidente della Camera addirittura sul Financial Times, a cui Luigi Di Maio ha detto che loro non sono favorevoli all’uscita dell’Italia dalla Nato come invece ha sostenuto Grillo. Agli inizi del Movimento se qualcuno avesse detto una cosa del genere sarebbe stato radiato, ora l’intervista viene ripresa dal blog di Grillo”.

E ancora:

 “Grillo aveva promesso agli italiani che entro il dicembre 2015 o al massimo nel gennaio 2016 ci sarebbe stato il referendum sull’euro. Ora più nessuno ne parla. Non sono nella testa di Beppe e non so se questo suo progressivo farsi da parte sia sintomatico di un po’ di delusione anche da parte sua, ma è sempre più politicamente assente. Ha fatto un discorso di fine anno che era uno spot pubblicitario al suo spettacolo, un intervento teatrale, è diventato un ologramma pure lui. Forse era inevitabile che il Movimento si istituzionalizzasse, ma il sogno è finito”.