Tsunami Tour, il documentario: il Beppe Grillo elettorale visto da vicino

di Antonio Sansonetti
Pubblicato il 10 Aprile 2013 - 17:23| Aggiornato il 2 Gennaio 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Fotografare” Beppe Grillo per capire perché il Movimento 5 Stelle ha preso il 25% alle elezioni del 24 e 25 febbraio. Era più o meno questa l’intenzione del documentario “Tsunami Tour – Un comico vi seppellirà”, di Gianluca Santoro e Chiara Burtulo, regia di Francesco G. Raganato e musiche di Santi Pulvirenti.

Già a dicembre gli autori si erano promessi di seguire, in qualche modo, la campagna elettorale di Grillo. Poi lo Tsunami Tour è iniziato e loro si sono detti: riprendiamolo e vediamo che succede. Ne è venuto fuori un “istant-movie“, uno spaccato “on the road” dell’Italia vista dai 77 palchi in altrettante città italiane nelle quali Grillo ha urlato, accusato, discusso, si è commosso. E ha preso confidenza con la troupe di “Tsunami tour”, esentati dal trattamento riservato agli altri giornalisti (italiani). Liberi – è una notizia, purtroppo – di muoversi sopra e intorno ai palchi, ai documentaristi è stata concessa addirittura un’intervista “esclusiva”.

Il grande capo (comico), sdraiato come un dominus a 5 Stelle sul letto nel camper dello Tsunami Tour, caffè e bacio di dama, ha regalato squarci da lettino (dello psicanalista): “Già da piccolo volevo stupire. A scuola, all’università e anche quando facevo il saldatore, l’infermiere e vendevo jeans”. Due sono i momenti del Grillo “intimo” colti dalle immagini del documentario: il primo è a Genova, quando è visibile la sua soddisfazione e la sua emozione per aver riempito la Piazza De Ferrari. È forse la prima volta in vita sua in cui la città dove è nato lo “abbraccia”: “È una città difficile, che non ti dà niente per niente”.

Il secondo momento topico è in piazza San Giovanni a Roma, quando di fronte a una piazza piena come ai concerti del primo Maggio Grillo capisce di essere veramente sulla cresta di uno Tsunami. Stanco per la massacrante campagna elettorale, quello di Roma è il comizio dove fa meno ridere. Perché lui stesso, emozionato, ha capito che la faccenda si è fatta seria. Cosa che sarà certificata quattro giorni più tardi dal risultato delle elezioni.

Una colonna sonora da spaghetti-western sottolinea le immagini di un documentario che non ha voluto giudicare Grillo, anche a costo di rischiare di esaltarne quasi agiograficamente la cavalcata elettorale. Prodotto dalla Todos Contentos y yo tambien, sbarca nei cinema dal 10 aprile.