Angelino Alfano a Berlusconi: “Sono il traditore. Ma basta coltello alla gola”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Ottobre 2013 - 08:59 OLTRE 6 MESI FA
Angelino Alfano a Berlusconi: "Sono il traditore. Ma basta coltello alla gola"

Angelino Alfano (Foto Lapresse)

ROMA – “Sono stanco di sentirmi il coltello puntato alla gola”: Angelino Alfano ha giocato la partita chiave mercoledì mattina. Francesco Verderami sul Corriere della Sera riporta la frase con cui il vicepremier e ministro dell’Interno si è presentato a Silvio Berlusconi nelle ore della fiducia al governo Letta: “Eccomi presidente, sono il traditore. Mi consegno”, riprendendo l’appellativo con cui era stato designato dal Giornale della famiglia Berlusconi.

Alla fine, però, il leader del Pdl e di Forza Italia ha dato la fiducia ad Alfano. Sì, ad Alfano, non a Letta, sottolinea Verderami. Gliel’ha data per “salvarsi e per salvarlo”. Perché se avesse detto no anche in Aula, oltre che fuori come aveva fatto fino a poco prima, Berlusconi si sarebbe “condannato all’isolamento” come ha spiegato lui stesso, scrive Verderami. E avrebbe, allo stesso tempo, lasciato Alfano navigare in mare aperto.

Scrive Verderami:

“Alfano sa di aver vinto il primo e forse ultimo congresso del Pdl, che si è tenuto in Parlamento. E sa di averlo vinto contro Berlusconi, indotto all’errore da chi aveva assicurato al Cavaliere una vittoria certa. Ma per quanto si tratti di un successo storico, per ora è una vittoria sulla carta, siccome sono molti e molto complicati i tasselli da comporre per centrare davvero il risultato. Perciò mercoledì sera il vicepremier ha rinviato l’incontro con il capo del centrodestra, in modo da verificare quali sono i rapporti di forza nel Pdl, prima di avviare o meno la trattativa con Berlusconi. E lui, il «presidente», che aveva chiesto di vederlo, ha compreso la mossa del «traditore».”

La mossa di Alfano non si iscrive solo nella febbrile giornata di mercoledì 2 ottobre. E’ in realtà la mossa che detta la linea politica del nuovo movimento, stanco dell'”estremismo” dei “falchi” berlusconiani, pur condividendo la tesi di fondo che il leader Pdl sia “vittima di un accanimento giudiziario”. 

Con i numeri in tasca, Alfano ha spinto Berlusconi a cambiare mossa. Lui l’ha fatto. Anche perché, come ha spiegato nella riunione di mercoledì pomeriggio alla Camera all’ala più dura del partito: “Lo capite che se ne stanno andando i migliori? Sto lavorando per l’unità del partito. Voi fate quello che volete”. E così ha dato la fiducia al “traditore” Alfano.