Emmy Awards, vincono “Breaking Bad” e “Modern Family” (video)

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Settembre 2013 - 15:18 OLTRE 6 MESI FA
Michael Douglas (LaPresse)

Michael Douglas (LaPresse)

LOS ANGELES (CALIFORNIA) –  ‘Breaking Bad – Reazioni collaterali’, la brutale saga traboccante stupefacenti di un uomo comune la cui ambizione diventa malvagità ha ottenuto il premio come migliore serie drammatica agli Emmy Awards, impedendo ad ‘House of Cards’, la prima serie televisiva nata per lo streaming online di ottenere una vittoria storica a quelli che sono i più importanti premi per la televisione a livello internazionale.

“Non me lo aspettavo” ha detto sera il creatore di ‘Breaking Bad’, Vince Gilligan, togliendosi idealmente il cappello di fronte al thriller politico trasmesso da Netflix, il primo contendente digitale della storia degli Emmy. Tuttavia la vittoria della serie che negli Stati Uniti viene trasmessa dall’emittente via cavo statunitense AMC era abbastanza prevedibile: ‘Breaking Bad’, che negli Usa si avvia alla sua fine corsa, è giunto alla quinta stagione con una crescita esponenziale di attenzione e consensi. E dato che conclude quest’anno, potrebbe essere ancora in lizza per gli Emmy del 2014.

Jeff Daniels ha vinto l’Emmy come migliore attore in una serie drammatica per la sua interpretazione di un anchorman tv idealista in ‘The Newsroom’. Il 58enne Daniels ha osservato di aver ricevuto anche il premio come migliore interpretazione over-50 da parte della Aarp (American Association of Retired Persons). “Con tutto il rispetto per l’Aarp, questo è anche meglio” ha detto l’attore, che in passato ha ricevuto quattro nomination ai Golden Globe.

Claire Danes ha ottenuto per la seconda volta l’onorificenza come attrice protagonista per la sua la sua inquieta agente CIA in ‘Homeland’ e ha ricordato uno degli sceneggiatori della serie, Henry Bromell, che è morto lo scorso marzo e che ieri sera ha ricevuto il premio postumo alla sceneggiatura. La vittoria di Danes ha spazzato via le speranze di kerry Washington, candidata per la serie ‘Scandal’, di essere la prima afro-americana a vincere nella categoria. All’inizio della serata Diahann Carroll, la prima afro-americana candidata agli Emmy nel 1963 per la serie tv ‘Naked City – La città in controluce’, era salita sul palco insieme alla Washington rilevando l’importanza della diversità per l’industria e per gli Emmy. “Stanotte sarà meglio che lei vinca questo premio” aveva detto mentre la giovane Carrie si copriva gli occhi per l’imbarazzo.

Nelle serie commedia, è uscito vincitore ‘Modern Family‘ con il quarto trofeo consecutivo, anche se stavolta il suo cast è rimasto al di fuori dei premi. Tina Fey ha vinto per la sceneggiatura di ’30 Rock’.

Jim Parsons è risultato il miglior attore in una commedia per il suo scienziato nerd Sheldon in ‘Big Bang Theory’: è la terza volta, dopo 2010 e 2011, che ottiene il premio. “Voglio che sappiate che sono consapevole di quanto esageratamente fortunato io sia” ha detto dal palco. Migliore attrice in una commedia è Julia Louis-Dreyfus per la sua ambiziosa Selina Meyer in ‘Veep’: per lei è la seconda volta. “È così tanta buona sorte che è quasi troppo da sopportare – ha detto l’attrice – sono grata di avere l’opportunità di far ridere la gente. È un modo gioioso di guadagnarsi da vivere”.

Nelle varie categorie sono stati premiati personaggi complessi e non convenzionali: così le serie commedia, tra cui la miglior attrice di supporto Merrit Wever per ‘Nurse Jackie’ e Tony Hale per ‘Veep’; e così nelle serie drammatiche, con attore non protagonista Bobby Cannavale per ‘Boardwalk Empire’, e attrice non protagonista Anna Gunn per ‘Breaking Bad’.

Nell’ambito delle miniserie e film televisivi, Laura Linney ha vinto come miglior attrice per il ‘The Big C: Hereafter’, mentre Michael Douglas è stato premiato come miglior attore per la sua interpretazione di Liberace in ‘Behind the Candelabra’, battendo il suo collega di set Matt Damon. Il film ha anche ottenuto un trofeo come miglior film o miniserie. “Questo è un lavoro a due mani, e Matt tu sei l’altra mano” ha detto Douglas, prima di fare una battuta salace: “Matt vuoi la parte sopra o quella sotto?”.

Ancora una volta il ‘Saturday Night Live’ ha portato a casa una statuetta alata, diventando il programma di varietà più premiato di sempre grazie al riconoscimento alla migliore regia di Don Roy King: in tutto ha ottenuto 40 Emmy, superando il precedente primatista, ‘Frasier’.

Nei varietà, ‘The Colbert Report’ è risultato il migliore show, oltre che essere quello con la migliore sceneggiatura, interrompendo dieci anni consecutivi di riconoscimenti al ‘Daily Show with Jon Stewart’.

Migliore programma reality o a concorrenti ‘The Voice’.

Tutta la prima parte della cerimonia è stata improntata da una sottile vena di sovrietà e tristezza, con omaggi commemorativi ai colleghi scomparsi. Elton John ha suonato una candone dolente per Liberace, il soggetto del biopic‘ Behing The Candelabra’. “Liberace ci ha lasciato 25 anni fa e che differenza hanno fatto questi anni per persone come me” ha detto John, che è apertamente gay, in contrasto con il Liberace ritratto nel film tv.

Jane Lynch di ‘Glee’ ha ricordato il suo co-protagonista Cory Monteith, scomparso quest’estate per un’overdose di alcol e droga. “la sua morte è un tragico promemoria della distruzione rapace e insensata che causata dalla dipendenza” ha detto. Edie Falco ha ricordato lo scomparso James Gandolfini de ‘I Soprano’, ricordando la sua “feroce lealtà” a familiari e amici; Rob Reiner ha ricordato Jean Stapleton di ‘All in the Family’ e Michael J. Fox ha onorato il produttore di ‘Casa Keaton’ Gary David Goldberg.

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