Scontri sull’A14, convalidati gli arresti per 5 ultrà Pescara

Pubblicato il 26 Maggio 2010 - 20:37 OLTRE 6 MESI FA

Prime udienze di convalida oggi davanti al gip di Pesaro per cinque dei nove ultrà del Pescara arrestati sabato notte lungo l’A14 per una serie di scontri con tifosi del Lecce e del Crotone. Tutti e cinque sono accusati di rapina, lesioni e danneggiamenti.

Nell’area di servizio Metauro Ovest avevano assaltato un pullmino di supporter del Lecce, di rientro dalla trasferta di Vicenza, mandando al pronto soccorso sei sostenitori del Lecce, con prognosi fra i 5 e i 15 giorni. Un attacco a freddo, consumato davanti a centinaia di persone.

I pescaresi hanno infranto i vetri del minibus lanciando estintori e sassi; e poi depredato di denaro, bandiere e zaini i passeggeri, presi anche a bastonate e sassate. Uno dei leccesi era stato trascinato fuori, gettato sull’asfalto e colpito con calci e cinghiate.

Gli aggressori, una trentina di persone in tutto, si erano poi allontanati a bordo di due furgoni e varie auto. Ma la polizia stradale aveva rintracciato e bloccato poco dopo uno dei due furgoni, a Senigallia, arrestando i nove occupanti e recuperando l’intero ‘bottino di guerra’ strappato ai pugliesi.

Oggi sono stati interrogati Marco Di Cesare, 29 anni, di Montesilvano (Pescara), Luigi Di Silverio, 27, di Pescara, Luca Pizzica, 20, di Ripa Teatina (Chieti) e il gemello Marco Pizzica. Per tutti il gip ha convalidato l’arresto, decidendo per la scarcerazione ma con obbligo di firma quotidiano in commissariato. Conferma dell’arresto anche per Blasco Ferri, 32 anni, di Francavilla al Mare (Chieti), che li sconterà ai domiciliari in quanto recidivo.

Davanti al gip tutti gli ultrà hanno ammesso di essere stati presenti nell’autogrill al momento degli scontri, negando però di aver partecipato all’assalto: hanno chiamato in causa altri ultrà del Pescara, sostenendo però di non sapere chi siano. Nessuna spiegazione plausibile invece riguardo alla presenza della refurtiva nel loro Ford Transit.

Blasco Ferri, ha poi reso noto il suo difensore, l’avvocato Vincenzo Di Girolamo, ha ammesso davanti al magistrato di aver preso parte ai tafferugli. Ma ha sostenuto di aver reagito ad una provocazione da parte dei leccesi, che avrebbero accolto l’arrivo dei sostenitori del Pescara – questa la sua versione – lanciando epiteti offensivi.

Domani, udienza di convalida per gli altri arrestati, ancora rinchiusi nel carcere di Villa Fastiggi: Domenico Rigante, 22 anni, di Pescara, il gemello Antonio Rigante, Andrea Angelozzi, 22, di Atri (Teramo) e Francesco Iecco, 19 anni, di Francavilla al Mare (Chieti).