Angela Merkel? “Fu una comunista integrata”: lo dice l’ultima biografia

Pubblicato il 11 Maggio 2013 - 12:23 OLTRE 6 MESI FA

Angela Merkel (Foto Lapresse)

BERLINO – Angela Merkel ha un passato da comunista, meglio integrata nella sua ex Ddr di quanto si sia saputo fino ad oggi. E del suo passato non sempre avrebbe raccontato esattamente come stavano le cose. Un nuovo, insidioso, ritratto di Angela Merkel emerge dalla biografia in uscita la prossima settimana, in Germania, dei giornalisti Ralf Georg Reuth (Bild) e Guenther Lachman (Die Welt).

E per la stesura de ”La prima vita di Angela M.”, editore Piper, la cancelliera non si sarebbe mostrata affatto disponibile, avendo negato le risposte sul suo ruolo effettivo nell’ex Germania dell’Est di fronte alle richieste dei due cronisti. Proprio al tabloid Bild, Reuth anticipa le conclusioni a cui è arrivata una ricerca durata diversi anni, realizzata anche grazie alla decisione di alcuni testimoni chiave di rivelare particolari mai detti prima.

”Possiamo provare che Angela Merkel fosse più vicina alla Ddr di quanto noto finora”, spiega Reuth. Anche se lei è stata promotrice di un socialismo democratico nel regime di allora, è la precisazione. ”Durante la sua attività all’Accademia delle Scienze della Ddr – spiega – nel suo istituto era funzionaria e figurava ad esempio nel 1981 come segretaria per l’Agitazione e la Propaganda della Freie Deutsche Jugend (movimento della gioventù socialista ndr.), circostanza fino ad oggi negata. Inoltre era nella direzione del sindacato dell’istituto”.

In quel contesto era una riformista, ma il suo percorso non è esattamente quello che la cancelliera ricostruisce quando affronta pubblicamente il passato: ”Angela Merkel non e’ arrivata in politica, nel dicembre 1989, da un’altra professione, come oggi sostiene, ma era gia’ attiva precedentemente nel ‘Movimento democratico”’. E interessante e’ la posizione politica che avrebbe assunto: ”All’epoca non perorava la causa della riunificazione tedesca, ma voleva un socialismo democratico in un’autonoma Ddr”. ”Si pone insomma almeno il dubbio che abbia dovuto allineare a posteriori la sua prima vita nella Ddr con le aspettative di comportamento della tifoseria dei cristiano-democratici”, nel racconto della sua esperienza nell’Est. Il rapido passaggio che la vide appena 15 mesi dopo la caduta del muro entrare nel governo federale come ministro, e poco prima arrivare ai vertici della Cdu come vice, dipese ”dalle condizioni particolari della svolta che si stava compiendo” e ”decisivi furono i suoi protettori”: Wolfgang Scnhur, capo del partito riformatore Movimento democratico e l’ultimo capo di governo della Ddr, Lothar de Maiziere. ”Entrambi registrati come collaboratori ufficiosi della Stasi”.

Elementi biografici che potrebbero disturbare la campagna elettorale della cancelleria, candidata per il terzo mandato al governo nelle elezioni del 22 settembre. Il libro però non sarebbe stato concepito come strumento elettorale, ”esce solo ora solo perché il lavoro è finito solo ora”, assicura Reuth. Che la cancelliera non ne sia entusiasta si e’ capito anche dalla reazione, stamani, del portavoce Georg Streiter: ”L’insinuazione che la cancelliera federale fosse segretaria dell’Fdj per la agitazione e propaganda durante il suo lavoro all’Accademia delle Scienze della Ddr 30 anni fa la accompagna da ormai 20 anni. E lei ha preso una posizione netta – ha aggiunto – nel libro intervista con Hugo-Mueller Vogg dal titolo ‘La mia strada’, nel quale ha preso posizione a riguardo in modo personale e ampio”. Un testo purtroppo non piu’ in commercio. ”Ciascuno sa che la cancelliera ha vissuto nella Ddr – ha anche aggiunto Streiter – e che ha sempre risposto a tutte le domande in modo molto aperto”. A Reuth e Lachmann, pero’, stando alla loro versione dei fatti, avrebbe detto di non avere tempo per le loro domande.