Jenny Bone si sveglia dal coma: “Ho sentito tutto, volevano staccarmi la spina”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Marzo 2015 - 14:38 OLTRE 6 MESI FA
Jenny Bone si sveglia dal coma: "Ho sentito tutto, volevano staccarmi la spina"

Jenny Bone si sveglia dal coma: “Ho sentito tutto, volevano staccarmi la spina”

ROMA – Jenny Bone è una donna di 40 anni finita in coma per una malattia dei nervi, detta sindrome di Guillain-Barre, che l’aveva paralizzata. La donna non rispondeva agli stimoli di dolore, ma era cosciente e poteva sentire tutto. E ha sentito anche quando i medici, che non avevano riconosciuto i sintomi della malattia paralizzante, l’hanno prima messa in coma farmacologico e poi hanno chiesto al marito John di staccarle la spina. E’ allora che Jenny si è svegliata per salvarsi la vita.

Federica Macagnone sul Messaggero spiega che Jenny è originaria di Leighton Buzzard, a nord di Londra, e più volte aveva detto al marito che se fosse entrata in coma avrebbe voluto che la spina fosse staccata, ma quando il momento è arrivato ha cambiato decisamente parere:

“tutte chiacchiere. Perché John, quando la questione è diventata reale, ha mandato all’aria le promesse fatte alla moglie e ha detto no: non si stacca nessuna spina, aspettiamo ancora, qualcosa succederà. Jenny è stata posta in coma farmacologico e dopo due giorni i medici sono tornati alla carica: stacchiamo la spina? Ma John, ancora una volta, ha detto no. E aveva ragione lui. Dopo una decina di giorni la sua Jenny ha dato segni di ripresa: i medici avevano sbagliato, non era morta. Tutto questo accadeva nel marzo dello scorso anno. Dopo due mesi di cure Jenny è tornata a casa, ha ripreso a lavorare come geometra e recentemente ha partecipato a una corsa 5 km di beneficenza.

Jenny era stata colpita da una rara malattia nervosa, nota come sindrome di Guillain-Barre, che la portò alla paralisi. L’incubo cominciò nel marzo dello scorso anno, quando si ritrovò all’improvviso seduta in terra senza riuscire a rialzarsi, con dei formicoli che salivano dai piedi fino alle ginocchia. Il suo medico la mandò immediatamente al Luton e Dunstable Hospital, dove la situazione precipitò. Solo dopo aver evitato per un pelo, e solo grazie al marito, che le staccassero la spina, le fu diagnosticata la sindrome di Guillain-Barre”.

Questa malattia colpisce il sistema nervoso e può iniziare come un banale raffreddore, fino a quando il sistema immunitario non inizia ad attaccare i nervi portando il paziente alla paralisi tra atroci dolori:

“Questo significava che il suo corpo era insensibile e non rispondeva ai test del dolore e dei riflessi, né a quelli cerebrali. Anche se Jenny sembrava incosciente, poteva però sentire e capire tutto ciò che accadeva intorno a lei, ma non poteva reagire in alcun modo. «Sono stata molto sorpresa che mio marito abbia detto ai medici di non spegnere la macchina di supporto vitale, visto quello che gli avevo sempre detto. E’ andato contro la mia volontà, ma ovviamente sono felice che lo abbia fatto».

John, che è consigliere comunale, ha raccontato: «E’ stato un fulmine a ciel sereno sentirmi chiedere se volevo spegnere il supporto vitale. Per me era troppo presto per prendere in considerazione una cosa del genere. Un paio di giorni dopo mi hanno ripetuto la domanda mentre ero seduto al capezzale di Jenny tenendole la mano. Non avrebbero dovuto parlarne davanti a lei: quando in seguito ho saputo che lei aveva sentito tutto, per me è stato semplicemente agghiacciante. Lei ricordava tutto, parola per parola».

La donna ha raccontato di aver provato dolore mentre sentiva il suo corpo morire, ma era paralizzata e non riusciva ad esprimersi. Ora però sta bene e riesce a camminare:

“Una volta tornata a casa ha cominciato il lungo percorso di recupero, anche se all’inizio aveva bisogno di un deambulatore per portare a scuola David, il figlio di cinque anni. Ora, un anno dopo la sua caduta, è tornata al lavoro a tempo pieno e ha completato, con l’aiuto di un bastone, una corsa di 5 km di beneficenza. Ha ancora dei dolori, soprattutto ai piedi, ha perdite di memoria a breve termine e, a volte, inciampa nelle parole mentre parla. Ma quel che conta è che è viva e battagliera”.

La donna ora ha denunciato l’iospedale che ha rischiato di ucciderla prima di diagnosticare il vero problema, e dal Luton e Dunstable Hospital (L & D) hanno dichiarato:

“«Siamo lieti che la signora Bone si stia riprendendo dalla sua malattia, tuttavia, siamo molto spiacenti per il fatto che non abbia avuto un’esperienza positiva come paziente. Stiamo attualmente indagando sulla questione e abbiamo concordato con la signora Bone che condivideremo l’esito delle indagini con lei»”.