Piazze e cortei no vax aprono ombrelli, temono elicotteri e idranti spruzza vaccini

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 22 Novembre 2021 - 09:09 OLTRE 6 MESI FA
Piazze e cortei no vax aprono ombrelli, temono elicotteri e idranti spruzza vaccini

Piazze e cortei no vax aprono ombrelli, temono elicotteri e idranti spruzza vaccini (nella foto Ansa, corteo No Vax ad Amsterdam)

Giungono notizie e immagini dalle piazze e dai cortei e dalle manifestazioni no vax in molti luoghi d’Europa. Notizie e numeri di un movimento che incattivisce, che arruola ogni forma di anti Stato (dagli autonomisti sardi ai neo borbonici in Italia fino agli autonomisti fiamminghi a Bruxelles), che punta nelle sue mobilitazioni direttamente alle sedi di governi e istituzioni e che ingrossa nella sua narrazione paranoica della realtà. La prova sono gli ombrelli.

No vax: ci vaccinano a tradimento!

Sono comparsi gli ombrelli, ombrelli aperti anche se non pioveva certo, ombrelli protezione. Protezione da cosa? Nella comunicazione interna del movimento no vax viaggia l’avvertimento: dagli elicotteri e dagli idranti la polizia vi spruzza i vaccini! Quindi gli ombrelli. La vaccinazione via aerosol o per via osmotica epidermica non esiste. Va aggiunto: purtroppo non esiste. Magari esistesse. Ma il movimento no vax prima se la inventa e poi se ne difende.

Quegli uomini e quelle donne convinti, certi e sicuri ch li vogliano vaccinare a tradimento con una spruzzata e che quindi si riparano con l’ombrello dallo spruzzo vaccino, sono oltre, molto più in là di dove possa arrivare ogni strategia (a questo punto illusione) di dialogo e persuasione. Sono, nel migliore dei casi, una mandia umana impaurita, una mandria che carica spinta dal panico, carica e travolge quel che può per fuggire dalla realtà.

Il tampone non è un tampone…

L’altra che gira è che il tampone in realtà sia tutt’altro: col tampone in realtà si preleverebbe dna per la Grande Schedatura e si inserirebbero nell’organismo mini robot per il controllo. Il vaccino mineralizzava il sangue e rendeva sterili, quando non mandava al camposanto. Non bastava, ora tocca al tampone ad essere svelato nella sua natura maligna. 

Nelle valli dell’Alto Adige la guerra ai vaccini dai tempi di Napoleone

Nelle valli dell’Alto Adige si rinverdisce una antica tradizione. Erano due secoli (abbondanti) or sono: i francesi di Napoleone, insopportabilmente scientisti nel loro colonialismo culturale, si portavano appresso anche i primi vaccini. E pretendevano di vaccinare. Nell’Alto Adige e nelle sue valli già da allora un fiero movimento nazionalista prese anche la forma no vax.

E’ da allora che in quelle valli si sta lontani dai vaccini roba da stranieri. E oggi si continua, sia nella forma ovvia di uno dei più bassi tassi di vaccinati d’Italia, sia nella forma dei cosiddetti “corona party“. Si legge sul Corriere della Sera come vi siano locali adibiti alla bisogna, a far incontrare e stare insieme contagiati dal Covid e persone fino ad allora sane. Obiettivo intermedio: contagiarsi tutti.

Obiettivo finale: evitare il vaccino e avere il Green Pass in quanto guariti. Nel giochino qualcuno si fa male e si ammala pesante. Ma quel che più colpisce è che allora lo sanno che un virus esiste, lo sanno che c’è un sistema immunitario, lo sanno che va stimolato a reagire all’agente patogeno. Ma preferiscono inocularsi il virus e non il vaccino. C’è del talebano in questa logica, c’è del talebano in questa scelta, c’è del talebano al fondo del movimento e sentimento no vax.