Alle Canarie per i 30 anni, trovato morto in mare l’italiano Roberto Bonura

Pubblicato il 21 Maggio 2012 - 11:52 OLTRE 6 MESI FA

Roberto in una foto del suo profilo Facebook

L’AQUILA – Era andato in vacanza alle Canarie, in Spagna, per festeggiare i suoi 30 anni. Lo hanno ritrovato che galleggiava in acqua, nudo e con il corpo cosparso di lividi e segni di percosse. E’ morto in circostanze ancora tutte da chiarire Roberto Bonura, originario del’Aquila, figlio di Angelo, avvocato ed ex vicesindaco del capoluogo abruzzese. Tutto potrebbe essere ricondotto a una rapina. Qualche giorno fa infatti Roberto aveva telefonato al padre dicendo di essere stato rapinato e invitato a tornare nel suo Paese. Il corpo del ragazzo è stato trovato dopo le ricerche iniziate a seguito di una denuncia al consolato italiano e alle forze dell’ordine.

Roberto, nel terremoto dell’aprile 2009, aveva perso la mamma Nadia. Solo qualche settimana fa, in un teatro dell’Aquila, aveva letto un monologo scritto da lui stesso per ricordare quella notte e la mamma alla quale era molto attaccato. Ecco qualche passaggio:

Quella notte io ero a Costa Masciarelli, con la mia ragazza, e quando è arrivata la scossa, quella delle tre e trentadue, siamo usciti in strada. Era l’apocalisse. Camminiamo di corsa lungo il Viale di Collemaggio e ci dirigiamo verso Via di Campo di Fossa dove c’era la nostra casa. Già alla Villa Comunale veniamo assaliti da una nuvola di polvere che non ci fa respirare. Ma mano a mano che ci avviciniamo alla Piazza la polvere si trasforma in un strana nebbia bianca, densa, che non avevo mai visto prima. Dopo dieci secondi di speranza mi accorgo che il nostro palazzo non c’è più, completamente sbriciolato, con il tetto crollato, a un metro a mezzo da terra. Cammino su un tappeto di macerie e mi fermo a tirare fuori un ragazzo che chiede aiuto. E mi rendo conto che casa mia è più in la, cinque, dieci metri più lontano. Però non mi precipito subito li, mi fermo, aiuto altre persone, facciamo una catena per rimuovere le macerie e solo dopo qualche minuto riesco a raggiungere la zona dove c’era il mio appartamento. Ritrovo mia sorella, viva, e vedo che qualche passo più in la qualcuno tira fuori mio padre, ferito. Mia madre dormiva con lui, e lui, dopo qualche giorno, mi ha raccontato che non era morta sul colpo, che per qualche minuto ha continuato a parlare, a respirare. Probabilmente non sarebbe cambiato niente, non c’era niente da fare, ma ogni tanto mi sfiora il dubbio che se non mi fossi fermato, se fossi arrivato un minuto prima, forse adesso… Forse adesso Nadia sarebbe in prima linea a combattere, con il suo gruppo di donne, a pretendere giustizia. O forse no, se ne sarebbe andata lo stesso. Chi lo può sapere? “