A 13 anni adescata su Fb e portata in Svizzera: arrestata anche una donna

di redazione Blitz
Pubblicato il 14 Ottobre 2013 - 20:26 OLTRE 6 MESI FA
A 13 anni adescata in chat e portata in Svizzera: arrestata anche una donna

(Foto Lapresse)

LUGANO – La polizia cantonale di Lugano ha arrestato una seconda persona in merito al caso della tredicenne di Isorella, in provincia di Brescia, adescata in chat e portata in Svizzera. Si tratta di una donna di 23 anni, conoscente dell’uomo già finito in carcere: è accusata di concorso in sequestro di persona.

Lui, svizzero di 26 anni, lei bresciana di anni ne ha appena 13, si sono conosciuti su Facebook: hanno flirtato in chat per diverse settimane, poi lui se l’è portata in Canton Ticino.

Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, l’arresto della “complice” confermerebbe indirettamente l’ipotesi trapelata sabato: la ragazzina non sarebbe rimasta vittima di un maniaco che ha agito individualmente ma di una rete più articolata di persone che adescano minorenni sul social network.

Dalla procura di Lugano mantengono il massimo riserbo: non è stato specificato quale ruolo abbia avuto la nuova arrestata nel rapimento ma nelle prossime ore la donna verrà ascoltata dalla titolare delle indagini Marisa Alfier.

Intanto pure la Procura di Brescia ha aperto un fascicolo sul caso: sono già stati messi sotto sequestro il computer e lo smartphone della tredicenne. Il cellulare le era stato regalato dal ventiseienne per poter essere sempre in contatto. Un tecnico tenterà poi di ricostruire tutti i contatti tra la giovane e i suoi adescatori.

Finora le ricostruzioni parlano della presenza di un adulto fuori dalla scuola di Isorella, in provincia di Brescia, già nelle settimane precedenti il sequestro. Anche la direzione scolastica aveva avvertito i genitori della ragazza di alcune assenze sospette a scuola.

Il corteggiamento sarebbe durato alcune settimane via chat, fino a mercoledì scorso quando il 26enne ha caricato in auto la ragazzina per portarla in un ostello a Figino.

Notando la sua assenza le insegnanti hanno chiamato la famiglia, che a sua volta ha avvisato i carabinieri. Anche la ragazzina, nel frattempo, si sarebbe resa conto del rischio che stava correndo. Nel pomeriggio di quel giorno l’adolescente avrebbe infatti telefonato a casa spaventata e in lacrime: “Sono in un posto vicino a Lugano, non so nemmeno io dove, con un amico che ho conosciuto via computer”.

A carabinieri, dopo averla rintracciata tramite il telefono cellulare, si sono messi in contatto con gli investigatori svizzeri che hanno arrestato il giovane. Quest’ultimo si è giustificato raccontando di aver solo voluto dare conforto a una ragazzina in difficoltà con la famiglia ma per i pm di Lugano il sequestro avrebbe avuto un movente sessuale.