Abruzzo: crollano le accuse contro Ottaviano Del Turco

Pubblicato il 8 Gennaio 2010 - 18:14 OLTRE 6 MESI FA

Ottaviano Del Turco

Si è sempre dichiarato innocente e nessuno gli aveva creduto.  Ora tre dossier, finora segreti, dimostrerebbero la sua estraneità ai fatti. Anzi, ad un anno e mezzo dal suo arresto, si scopre non solo che Ottaviano Del Turco, ex presidente della Regione Abruzzo, non ha mai intascato un euro di tangente ma che è stato arrestato al posto di colui che lo ha accusato, ovvero Vincenzo Angelini.

Partiamo dall’inizio. Era il 14 luglio del 2008 e Ottaviano Del Turco, governatore dell’Abruzzo per il centrosinistra, veniva arrestato con l’accusa di aver ricevuto 6 milioni di euro in tangenti dal re della sanità privata abruzzese, Vincenzo Angelini. Insieme a lui venivano tratti in arresto anche molti assessori e funzionari della sua Giunta.

Tre giorni dopo Del Turco si dimetteva dal suo incarico pubblico e dopo un mese di carcere veniva posto agli arresti domiciliari.

Al momento dell’arresto il Procuratore capo di Pescara Nicola Trifuoggi disse di Del Turco e della sua Giunta: «Stavano distruggendo la sanità in Abruzzo», gli indagati sono «schiacciati da una valanga di prove», è dimostrato il pagamento di tangenti, «una barca di soldi, circa 30 miliardi di vecchie lire».

L’effetto dell’arresto e di quelle dichiarazioni fu quasi immediato: cinque mesi più tardi il centrodestra vinse le elezioni anticipate.

Ma dal giorno degli arresti la Procura si è avvalsa per due volte della facoltà di chiedere una proroga delle indagini e non ha trovato nemmeno un euro riconducibile a Del Turco e alla sua Giunta, niente che potesse reggere l’impianto accusatorio. Il pilastro dell’accusa resta, essenzialmente, la parola del «collaboratore» Vincenzo Angelini, il patron delle cliniche abruzzesi che dopo aver goduto per anni di trasferimenti miliardari da parte della Regione, ad un certo punto raccontò ai magistrati di essersi stancato dei ricatti dei politici.

Ora però spuntano tre rapporti – uno dei Carabinieri, uno della Guardia di Finanza e due della Banca d’Italia – che fino ad oggi non potevano essere conosciuti dalle parti e che sembrano andare in una direzione diversa da quella dell’accusa.

In un rapporto riservato si scopre che i Carabinieri avevano chiesto l’arresto di Angelini e di sua moglie e quanto alla giunta Del Turco si dimostrava che non aveva favorito le cliniche private, ma avviato invece un drastico taglio alle richieste illegittime del loro patron.

Non solo, nel rapporto dei Carabinieri vengono documentate tutta una serie di truffe ai danni della Regione consumate all’interno delle cliniche convenzionate di Angelini, reati così gravi da indurre l’Arma a consigliare la reclusione del patron. Il rapporto è del 16 giugno 2008. Un mese più tardi scattano gli arresti: ma non per Angelini, bensì per Del Turco e per i suoi collaboratori.

Ancora più importante un altro dato emerso dal rapporto dei Carabinieri: negli anni tra il 2005 e il 2007 la giunta di centrosinistra aveva tagliato drasticamente i fondi destinati alle cliniche di Angelini, togliendogli circa 43 milioni di euro, quattro volte di più di quanto non avesse tagliato la precedente Giunta di centrodestra.

Tra gli atti depositati dalla Procura, ci sono anche due rapporti prodotti dalla Banca d’Italia (tra agosto e ottobre del 2008) e dalla Guardia di Finanza (settembre 2008) che segnalavano movimentazioni di denaro «sospette», estero su estero, in particolare una con la quale Angelini pescò, non si è capito da dove, 3 milioni di euro per pagare gli stipendi dei propri dipendenti.