Antonio Di Salvo, sfrattato da centro accoglienza per far posto ai profughi. Ma…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Luglio 2014 - 17:40 OLTRE 6 MESI FA
Antonio Di Salvo, sfrattato da centro accoglienza per far posto ai profughi. Ma...

Antonio Di Salvo, sfrattato da centro accoglienza per far posto ai profughi. Ma…

MILANO – Si chiama Antonio Di Salvo, ha 56 anni, ed è un esodato. E’ rimasto senza lavoro e senza casa a Milano. Faceva il magazziniere, non ha i requisiti per andare in pensione e allora, con i 150 euro di sussidio che prende dal Comune, aveva trovato alloggio in un centro di accoglienza a via Isonzo. Aveva appunto. Perché Antonio da quel centro sarebbe stato sfrattato per fare spazio a un gruppo di profughi eritrei. Non c’era spazio e quindi via. In strada.

La storia la scova e la racconta il Giorno. Diventa pubblica il 2 luglio quando Antonio è già in strada da 10 giorni. Scrive Marianna Vazzana sul Giorno:

“Chiedo solo un posto per dormire”. Antonio Di Salvo, 56 anni, vaga come un’anima in pena per la città da 10 giorni. Si trascina reggendosi su una stampella (“ho subìto un’operazione all’anca tre mesi fa”), uno zainetto con il necessario per la fisioterapia (“quella per fortuna è gratis”) e un’altra busta con i suoi oggetti personali (“non ho un posto in cui conservarli”). Dormiva in un centro d’accoglienza di viale Isonzo. “Poi, di punto in bianco, mi hanno mandato via, insieme ad altri, per far posto ai profughi eritrei. Era il 21 giugno”.

Ma Antonio chiede una sistemazione, non di essere un privilegiato. Il rischio, in questi casi, è che si scateni una guerra tra poveri ugualmente disperati e ugualmente bisognosi. Negli ultimi giorni l’uomo si è arrangiato come ha potuto, dormendo – racconta – nella sala d’attesa dell’aeroporto di Linate, accomodato su un sedile di ferro.

Ovviamente la storia non passa inosservata. Si scatenano i leghisti, uno su tutti, Alessandro Morelli direttore di Radio Padania:

Senza tetto milanese fuori dal dormitorio per fa posto ai ‘profughi’. Pisapia come fai a guardarti alla specchio?

Nel mirino della critica, quindi, finisce il Comune e finisce il sindaco di Milano. A chiarire come stia davvero la situazione provvede sulla sua pagina Facebook l’assessore milanese Pierfrancesco Majorino sulla sua pagina Facebook.  Spiega l’assessore che con il dormitorio in questione, il Comune nulla c’entra. E che qualsiasi dormitorio facesse una cosa simile subirebbe l’immediato annullamento della convenzione. Quindi

Continuano ad arrivarmi richieste di chiarimento riguardanti la vicenda del milanese allontanato dal dormitorio per far posto ai profughi. Ci tengo a ribadire che:
1) Il dormitorio in questione è gestito dalla Fondazione Fratelli di San Francesco. Il Comune mai e poi mai avrebbe approvato una scelta simile.
2) Il Comune non sapeva nulla della questione. Pur sapendo, oggi, che la Fondazione avrebbe proposto al cittadino un altro posto ribadisco che mi pare allucinante la gestione di una simile vicenda.
3) Antonio, il cittadino in questione, sarà regolarmente ospitato, viste anche le sue condizioni di salute, nel Centro di accoglienza del COMUNE, Enzo Jannacci
4) Qualsiasi ente o struttura che vorrà ospitare i profughi e per questo sfratterà i senzatetto di Milano si vedrà istantaneamente annullata, da parte nostra, qualsiasi convenzione per l’ospitalità dei profughi stessi
5) Alimentare i conflitti tra i deboli è il modo peggiore per aiutarli
6) I leghisti, però, tacciano. Abbiamo raddoppiato, in due anni, i posti per i senzatetto. Loro li scoprono ora solo perchè intendono alimentare l’odio etnico.
7) Una situazione del genere è alimentata dall’immobilismo di Governo e Regione che lasciano che l’accoglienza ricada tutta sulle spalle della città di Milano.