Giallo di Ascoli, il marito riconosce il bracciale di Rossella Goffo

Pubblicato il 6 Gennaio 2011 - 17:31 OLTRE 6 MESI FA

Rossella Goffo

Roberto Girardi, il medico di Adria marito di Rossella Goffo, ha riconosciuto il braccialetto e la giacca della moglie scomparsa, che gli sono stati mostrati in fotografia. Lo fa sapere l’avvocato Claudio Sartori che segue la famiglia Girardi.

Sul braccialetto c’era incisa una data: è stato questo particolare a rendere l’oggetto riconducibile con certezza alla donna. Non si sa se sia la data del matrimonio o di un’altra ricorrenza particolare. Il marito della funzionaria della prefettura  fa ha anche riconosciuto, dalla descrizione che gli è stata fatta dalla polizia, anche il giubbotto indossato da Rossella. L’altro indumento repertato dalla Scientifica è un paio di jeans.

Il marito della Goffo tuttavia ancora non è partito alla volta di Ascoli, dove sono stati ritrovati i resti del cadavere che sempre più sembra essere quello della moglie, svanita nel nulla dal maggio scorso. La polizia ascolana gli avrebbe consigliato di attendere gli esiti dell’autopsia.

Rossella Goffo, funzionaria della Prefettura di Rovigo, si era trasferita per un part time alla prefettura di Ancona per seguire un amico, Alvaro Binni, un poliziotto conosciuto proprio a Rovigo. I due avevano avuto una relazione finita male, tanto che la Goffo era stata denunciata, e condannata, per stalking.

Gli inquirenti puntano dunque l’attenzione su Binni (già indagato per omicidio) il quale però si è sempre dichiarato innocente.

Il cadavere della donna è stato lungamente cercato la scorsa estate e anche nello scorso dicembre in tutto l’Ascolano, ma senza esito.

Il corpo è stato trovato da due persone che stavano facendo una passeggiata con i propri cani. Il luogo della sepoltura non è distante dalla strada; è una pineta molto frequentata dagli ascolani, per sport o gite fuori porta. Appare quindi strano che il cadavere sia stato sotterrato proprio qui, e nemmeno in profondità. Ma tutto questo lascia pensare a una situazione d’emergenza, per cui chi ha ucciso la donna si è trovato costretto ad agire in fretta. La zona non è peraltro distante da quelle battute a suo tempo dalla polizia alla ricerca del corpo della Goffo.