“Azzarà sta bene”: emergency rassicura sull’italiano rapito in Sudan

Pubblicato il 14 Settembre 2011 - 20:34 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Una settimana fa abbiamo avuto un contatto diretto con Francesco. Ci ha detto che sta bene, per quanto possibile nella situazione in cui si trova. Mangia e beve e tiene duro”: la buona notizia sulla sorte di Francesco Azzara’, trentaquattrenne operatore umanitario di Emergency rapito nella regione sudanese del Darfur, arriva dalla presidente dell’organizzazione, Cecilia Strada, a un mese esatto dal sequestro. La figlia di Gino Strada e’ stata ascoltata oggi dalla Commissione straordinaria diritti umani del Senato, presieduta da Pietro Marcenaro (Pd).

Gia’ mercoledi’ scorso l’organizzazione umanitaria, che fornisce cure mediche e chirurgiche gratuite a milioni di persone nelle regioni del mondo piu’ disagiate e colpite da conflitti, aveva reso noto di aver saputo che Francesco Azzara’ sta bene. Poi, due giorni dopo, la notizia di una sparatoria in Darfur nella quale sembrava coinvolto anche l’operatore ha gettato nel panico familiari e colleghi: “ci ha tolto cinque anni di vita” ha detto Cecilia Strada. Oggi, la notizia del contatto diretto, che ha subito rinfrancato la famiglia del giovane logista calabrese.

“Noi viviamo il nostro dolore in silenzio – ha detto Vincenzo Catalano, cognato di Francesco e portavoce della famiglia – e vogliamo continuare a sperare che la liberazione di Francesco arrivi al più presto. Vogliamo ringraziare la Farnesina, Emergency e tutte le istituzioni che si sono mobilitate per il rapimento del nostro caro Francesco”. I genitori di Azzarà vivono a Motta San Giovanni, nel reggino, e hanno deciso, subito dopo il rapimento del figlio, di mantenere il silenzio stampa. “Riteniamo sia la cosa più giusta per il bene di Francesco.

Ancora una volta ci appelliamo ai suoi rapitori per chiederne la liberazione. I genitori di Francesco stanno vivendo giorni di trepidazione in attesa di poter riabbracciare loro figlio” ha aggiunto il sognato. Azzara’ e’ stato rapito da uomini armati il 14 agosto a Nyala, capitale del Darfur, sulla strada dell’aeroporto. “Non c’e’ stato alcun comportamento a rischio – ha ribadito Cecilia Strada oggi nel corso dell’audizione – noi abbiamo sempre rifiutato le scorte armate, perche’ pensiamo che la migliore sicurezza sia il nostro lavoro, quello che facciamo per la gente locale”. “Dal giorno del rapimento – ha aggiunto – non abbiamo piu’ ricevuto notizie ne’ alcuna rivendicazione.

Mercoledi’, finalmente, la certezza che e’ in buone condizioni. Continuiamo a lavorare con le autorita’ sudanesi e italiane per ottenere la sua liberazione, e continuiamo a essere fiduciosi, ma piu’ i giorni passano piu’ la situazione diventa pesante”. Emergency, spiega, sta cercando di sensibilizzare la popolazione locale, anche distribuendo volantini con la foto di Francesco e la spiegazione in arabo di chi e’ e di cio’ che gli e’ successo. Il presidente della Commissione, Marcenaro, ha garantito che sollecitera’ il Governo a fare tutto il possibile per ottenere la liberazione di Azzara’ e ha reso noto che il ministro degli esteri, Franco Frattini, la prossima settimana all’assemblea generale delle Nazioni Unite parlera’ della vicenda con il suo omologo sudanese.