Bari: coppia di disabili aspetta casa da 25 anni, ora vengono sfrattati

Pubblicato il 1 Marzo 2011 - 13:00 OLTRE 6 MESI FA

BARI – Sono pronti ad ‘azioni forti’, anche a cospargersi di benzina, Giovanni Tempesta, e sua moglie Giovanna Montrone, entrambi di 48 anni ed entrambi disabili in carrozzina, che il prossimo 22 marzo saranno costretti ad andar via da casa perché diventa esecutivo lo sfratto deciso dai giudici per finita locazione e per morosità.

La loro battaglia va avanti da anni ma malgrado la loro condizione e il fatto che abbiano una bambina di 11 anni, il Comune di Bari da ben 25 anni non assegna loro una abitazione. Marito e moglie e la loro bambina vivono in un appartamento al piano rialzato in via Papa Giovanni XXIII, nel quartiere Poggiofranco. Giovanni e Giovanna Tempesta denunciano di essere continuamente destinati agli ultimi posti delle graduatorie per l’assegnazione di un alloggio popolare da parte del Comune di Bari: l’ultima graduatoria pubblicata risale allo scorso mese di gennaio e loro anche questa volta non sono entrati a far parte dei ‘fortunati’.

”Come mai – chiede la signora Giovanna – gli assessori e i politici riescono a comprarsi le case popolari e noi che siamo entrambi disabili, non abbiamo reddito e abbiamo una bambina da mantenere, non abbiamo diritto ad avere un tetto?”. La coppia da 25 anni presenta regolarmente domanda per avere la casa, ma i loro nomi – non si comprende bene il perché – sono sempre in fondo alla lista. E a nulla servono i vari ricorsi presentati.

L’emergenza-casa per la coppia barese è diventata insostenibile all’inizio del 2010, quando è arrivato lo sfratto. I due coniugi, tra pensione di invalidità e indennità di accompagnamento, percepiscono 640 euro al mese ciascuno e gran parte del denaro serve a far fronte alle esigenze legate alla disabilità. L’affitto di 516 euro al mese è per loro una spesa esorbitante e quindi non lo pagano più dal novembre del 2009, da quando, cioè, il Comune di Bari, che si accollava l’80% della spesa, ha deciso di non erogare più questi soldi. ”Il 22 marzo lo sfratto diventa esecutivo e noi – racconta la signora Giovanna – siamo disposti a tutto: anche a darci fuoco con la benzina e lo faremo perché ormai siamo veramente disperati'”.