Bari-Napoli: una rete per la conquista degli appalti, Tarantini fa da mediatore

Pubblicato il 7 Ottobre 2009 - 09:27 OLTRE 6 MESI FA

C’è una rete che si muove tra Bari e Napoli, una rete che coinvolge titolari di aziende e uomini delle istituzioni e che ha come obiettivo quello di pilotare illecitamente le gare di appalto in modo che siano determinata aziende ad aggiudicarsi i lavori pubblici.

In questa rete si muove anche Gianpaolo Tarantini, accusato di sfruttamento della prostituzione per aver reclutato donne da portare alle feste del presidente Silvio Berlusconi, corruzione e cessione di cocaina.

Non solo, nella zona di Napoli il ruolo di “appaltista” lo avrebbe giocato Lucio Gentile, imprenditore indagato nell’inchiesta sulla Global Service di Alfredo Romeo per i suoi rapporti con Mario Mautone, all’epoca potente provveditore alle opere pubbliche.

Su questa rete stanno lavorando i magistrati delle 2 città, lanciando anche l’ipotesi che che alcune indagini possano essere state ritardate o addirittura inquinate da fughe di notizie in favore di chi era finito sotto inchiesta.

Gli accertamenti congiunti sono partiti dopo l’ascolto di alcune intercettazioni che coinvolgevano Enrico Intini, titolare di un gruppo imprenditoriale che dalla Puglia fa affari in tutta Italia. Per incontrare il capo della Protezione civile Guido Bertolaso e alcuni dirigenti di Finmeccanica, l’imprenditore pugliese si sarebbe affidato a Tarantini, che ha poi ha raccontato di aver ottenuto l’appuntamento attraverso il premier.

Grazie alla sua frequentazione con il presidente del Consiglio riuscì a farlo incontrare per ben due volte anche con Paolo Berlusconi. A Napoli il «mediatore» di Intini sarebbe stato proprio Lucio Gentile.