Palazzo crollato a Barletta: le crepe erano aperte da tre giorni

Pubblicato il 4 Ottobre 2011 - 14:13 OLTRE 6 MESI FA

Foto LaPresse

BARLETTA – Crepe aperte e visibili da tre giorni che hanno poi sbriciolato il palazzo a Barletta. Hanno perso la vita cinque persone. Disastro colposo e omicidio colposo plurimo sono le ipotesi di reato, per ora a carico di ignoti, del fascicolo aperto dal procuratore di Trani.

L’attenzione è tutta puntata su quelle crepe, trascurate più di una volta (“non sono vere, le avete dipinte” si sono sentiti dire i residenti) apparse sulle pareti del palazzo di via Mura Spirito Santo. Ma anche sul sopralluogo che vigili del fuoco, vigili urbani e un tecnico di palazzo di città hanno fatto venerdì mattina, su sollecitazione degli abitanti del palazzo.

I residenti hanno preteso quella visita, ma avevano già interpellato un loro perito di parte perché valutasse i danni arrecati all’edificio dai lavori in corso proprio nella zona accanto. Carabinieri e polizia in particolare sono stati incaricati dal procuratore di acquisire tutta la documentazione depositata negli uffici tecnici comunali.

Un testimone: “Ieri l’impresa ci aveva rassicurati”. ”Venerdi’ sono venuti i tecnici e hanno detto che facevano un’ordinanza, avrebbero deciso se l’ordinanza di sgombero e di puntellamento, intanto l’impresa era al lavoro, con un escavatore, una pala meccanica”. Cosi’ Gennaro Antonucci, abitante della palazzina crollata e padre di Manuela, la donna incinta al quinto mese di gravidanza estratta viva dalle macerie della palazzina di via Roma, racconta di venerdi’ mattina e del sopralluogo compiuto dai tecnici comunali e dai vigili del fuoco.

”Ieri mattina le crepe nel nostro palazzo – continua – si erano allargate, abbiamo fatto chiamare dall’avvocato i responsabili dell’impresa e 15 minuti prima del crollo hanno detto a mia moglie e a mio cognato che non c’era pericolo”.

I lavori in corso riguardavano un’area attigua allo stabile crollato nella quale c’era il rudere di una vecchia costruzione, la cui demolizione era cominciata circa un anno fa per poi essere sospesa per problemi lamentati sia dai proprietari della palazzina crollata ieri sia dal proprietario di una pescheria. I lavori in quell’area erano ripresi una settimana fa.

”Quando il palazzo e’ crollato – dice Gennaro Antonucci – stavano lavorando, l’operaio che guidava la pala meccanica e’ riuscito a mettersi in salvo”. ”Ora – conclude – siamo qui: abbiamo addosso magliette che ci hanno regalato e abbiamo trascorso la notte in un albergo”.