Bologna: viene licenziato e perseguita sindacalisti e dirigente, a giudizio

Pubblicato il 25 Agosto 2010 - 17:45 OLTRE 6 MESI FA

Licenziato dalla ditta di Palermo per cui lavorava, ha attraversato l’Italia e si è presentato con una pistola giocattolo e un coltello nella sede dell’azienda bolognese che poco tempo dopo aveva acquisito la sua vecchia società, minacciando di morte il responsabile del personale. Protagonista dell’episodio, avvenuto lo scorso febbraio, è un operaio palermitano di 57 anni, sconvolto e depresso dopo aver perso il lavoro e la causa che aveva intentato contro la Intelit, la sua vecchia azienda.

Sette mesi fa fu fermato dalla polizia dopo che l’impiegata, a cui si era rivolto chiedendo di parlare col direttore del personale, aveva chiamato le forze dell’ordine. Il dirigente conosceva bene quell’uomo, che gia’ in passato si era mostrato pericoloso. Alla fine del 2009, infatti, nel mirino dell’operaio erano finiti anche i sindacalisti della Fiom-Cgil siciliani, a suo dire responsabili della situazione in cui si trovava. L’anno scorso, dopo quattro anni di cassa integrazione e mobilita’, si era ritrovato senza fonti di reddito.

Dopo l’episodio alla ditta Site di Bologna, durante il quale ha compiuto anche atti di autolesionismo mordendosi un dito, l’uomo fu preso in cura da un istituto psichiatrico del capoluogo emiliano. Le relazioni dei medici della struttura parlarono di un soggetto dominato dal desiderio di vendetta e potenzialmente pericoloso. Del caso si occupò il pm di Bologna Maria Gabriella Tavano, che dispose il ricovero nell’ospedale psichiatrico e indago’ l’operaio per minacce aggravate. Il magistrato ricostruì la sua vicenda e scoprì che il 25 novembre del 2009 aveva minacciato con una pistola il segretario regionale della Fiom di Palermo, intimandogli di fare pressioni sul direttore dell’azienda bolognese. Da qui l’accusa di stalking per aver perseguitato e minacciato il dirigente.

Il magistrato, che nei suoi confronti ha ottenuto dal Gip la misura della libertà vigilata con l’obbligo di sottoporsi a controllo medico e il divieto di avvicinamento a Bologna, ha da poco chiuso le indagini con la citazione diretta a giudizio per stalking, violenza privata e porto abusivo di armi.